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Articolo di Redazione
19 Luglio 2023
Appello lanciato da Meglio Legale per la salvaguardia del settore della canapa dalla repressione del Governo Meloni. Centinaia gli imprenditori sottoposti a controlli in pochi mesi. Soldo: “quale duro colpo inferto alle mafie con questo grande dispiegamento di forze?”.
È rivolto al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e al Ministro del Made in Italy Adolfo Urso l’appello lanciato da Meglio Legale – l’associazione coordinata da Antonella Soldo che si batte per la legalizzazione della cannabis – affinché il settore della canapa industriale sia percepito come risorsa e non più criminalizzato. Da febbraio 2023 a oggi sono state circa 200 le richieste d’aiuto rivolte all’Associazione Meglio Legale da parte degli imprenditori interessati da iniziative delle forze dell’ordine.
“A febbraio scorso il ministro dell’Interno Piantedosi ha inviato a tutti i Prefetti d’Italia una circolare invitandoli a fare controlli a tappeto a commercianti e agricoltori della canapa industriale per fare una sorta di censimento. Quanti criminali hanno fermato? Quale duro colpo hanno inferto alle mafie con questo grande dispiegamento di forze? Ci piacerebbe molto saperlo – dice Antonella Soldo, e continua – “La verità è che il gioco è fin troppo facile a criminalizzare gli unici che sulla canapa hanno pagato le tasse. Dove va a finire la retorica della difesa del Made in Italy quando si parla di una pianta priva di effetti stupefacenti ma piena zeppa di pregiudizi? In ballo ci sono 12mila posti di lavoro. Questi non sono lavoratori di serie B. Racconteremo le storie di questi imprenditori, vittime di questa finta guerra alla droga”.
I requisiti e le procedure per coltivare la canapa industriale sono stabiliti dalla legge n.242 del 2016. Questa legge ha aperto la strada a uno dei settori più promettenti dell’agricoltura italiana e del commercio al dettaglio, creando più di 12mila posti di lavoro, soprattutto per i giovani under 35. La canapa industriale ha inoltre sostenuto e promosso l’agricoltura, il commercio, l’occupazione e l’imprenditoria nelle regioni delle Isole e del Sud Italia.
“Nonostante il crescente interesse e l’aumento delle coltivazioni, pregiudizi e stigma hanno continuato a pesare su questi lavoratori. Comportando un accanimento da parte delle nostre istituzioni e delle forze dell’ordine. Attivando centinaia di sequestri, perquisizioni e processi che hanno gravato sui tribunali e che nel 99% dei casi si sono risolti con assoluzioni o archiviazioni” – si legge nell’appello “CANAPA INDUSTRIALE: GLI IMPRENDITORI NON SONO NARCOS”, che è possibile sottoscrivere sul sito https://partecipa.megliolegale.it/?c=13
Il nodo sta nella legge 242/2016 che non esplicita, ma non nega, la possibilità di usare il fiore della pianta di cannabis: ciò crea conflitti con il Testo Unico sugli stupefacenti, generando incertezze interpretative.
Si legge nell’appello: “Questa discrepanza mette l’Italia in una posizione svantaggiata, privando l’economia nazionale di un’opportunità di crescita sostenibile. Pertanto, chiediamo ai Ministeri competenti di promuovere una regolamentazione chiara della canapa industriale in Italia affinché questo settore possa finalmente diventare una risorsa preziosa che contribuisca alla crescita sostenibile dell’economia, alla tutela dell’ambiente e al benessere dei cittadini”.