28 Maggio 2025
https://hemptoday.net/germany-issues-tax-stamps-for-hemp-flowers-in-major-industry-breakthrough/?
In un cambiamento atteso da tempo, che segnala la crescente accettazione legale della canapa industriale, le autorità doganali tedesche hanno iniziato a rilasciare bolli fiscali ufficiali per i fiori di canapa privi di THC. La decisione, confermata dalla Cannabis Industry Association (BvCW), segna una pietra miliare a livello normativo: questi prodotti vengono ora formalmente riconosciuti non come “cannabis”, ma come beni industriali tassabili.
La novità si applica ai fiori dichiarati privi di THC rilevabile ed è considerata dagli operatori del settore un passo essenziale verso la legittimazione di una categoria commerciale che per lungo tempo è rimasta nel limbo legale.
“La decisione è un passo nella giusta direzione”, ha affermato Lisa Haag, coordinatrice per la tecnologia, il commercio e i servizi della BvCW. “In definitiva, l’emissione di bolli fiscali porta maggiori entrate fiscali, maggiore certezza del diritto e maggiore libertà d’azione economica. Il Ministero Federale delle Finanze può creare una situazione vantaggiosa per i consumatori, le PMI tedesche e la società nel suo complesso impartendo istruzioni alla dogana”.
Dal proibizionismo alla tassazione
Storicamente, i fiori di canapa fumabili – anche con livelli di THC inferiori allo 0,3%, la soglia UE per la canapa industriale – sono stati trattati come cannabis dalle autorità doganali e dalle forze dell’ordine tedesche a causa della cosiddetta “clausola di intossicazione” contenuta nella legge tedesca sulla cannabis (KCanG). Questa clausola consentiva alle autorità di classificare i prodotti a base di canapa come stupefacenti basandosi esclusivamente sul potenziale teorico di abuso.
Con l’emissione di bolli fiscali, l’ufficio doganale centrale di Bielefeld sta ora segnalando un cambiamento: i prodotti con livelli di THC non rilevabili non sono più classificati come cannabis e sono quindi tassabili ai sensi della legge sull’imposta sul tabacco.
Per Weedo, che da tempo cerca di conformarsi alle normative per commercializzare la sua linea di infiorescenze di canapa e prodotti a base di CBD, il cambiamento rappresenta un riconoscimento legale atteso da tempo.
“Siamo molto lieti che le autorità doganali abbiano apparentemente cambiato la loro opinione legale – ovvero che la canapa industriale con livelli di THC non rilevabili non è generalmente considerata cannabis e quindi non è vietata”, ha dichiarato Philipp Ferrer, amministratore delegato dell’azienda. “Questo cambiamento consente al prodotto di essere tassato come un bene legale, e lo accogliamo con favore. Ci rammarichiamo profondamente che al nostro settore sia stato negato questo importante accesso al mercato per così tanto tempo e inutilmente.”
La battaglia legale di Weedo è stata centrale nella questione. Il Tribunale Tributario di Düsseldorf si è pronunciato a favore dell’azienda nel novembre 2024, ordinando l’emissione di marche da bollo per i fiori di canapa privi di THC. Sebbene il caso sia ancora in appello presso la Corte Tributaria Federale, i recenti cambiamenti normativi sembrano allinearsi alla logica del tribunale.
Spingere per una riforma più ampia
Sebbene la modifica presso l’ufficio doganale sia attualmente limitata ai prodotti dichiarati con lo 0,0% di THC, la BvCW e gli stakeholder del settore stanno spingendo affinché questo riconoscimento venga esteso a tutti i fiori di canapa conformi con un contenuto di THC fino allo 0,3%, la soglia accettata dall’UE.
Il Dott. Ferdinand Weis, avvocato e membro del consiglio di amministrazione della BvCW, ha affermato che questo riconoscimento selettivo è ora legalmente e politicamente insostenibile. “Alla luce dell’assegnazione dei bolli fiscali… il rifiuto di emettere bolli fiscali a Weedo sarà ora, in definitiva, legalmente insostenibile”, ha dichiarato Weis. Ha aggiunto che l’associazione continuerà a sostenere un riconoscimento più ampio e la completa eliminazione della clausola sull’intossicazione, che rimane in vigore dopo un fallito tentativo legislativo nell’ultima sessione parlamentare.
La Direzione Generale delle Dogane, tuttavia, ha indicato che potrebbe continuare a seguire le precedenti interpretazioni legali, creando incertezza per le aziende in altre regioni.