The Great American Dispensary Tour: un viaggio nell’anima della cannabis americana

24 Novembre 2025

REDAZIONE

Nel panorama dei viaggi tematici, ogni tanto spunta qualcosa che rompe gli schemi. The Great American Dispensary Tour è una di quelle idee semplici e geniali che nascono quando si uniscono spirito da esploratori, cultura pop e un settore – quello della cannabis – che negli Stati Uniti si evolve più veloce di un neon in una grow room.

La serie, lanciata da Flowhub, nasce per raccontare l’America della cannabis non solo da un punto di vista commerciale, ma soprattutto umano. Una scelta quasi “classica”: andare a vedere le persone, i luoghi, i mestieri, come si faceva un tempo quando si raccontavano i mestieri d’Italia o le osterie di paese. Ma allo stesso tempo, una scelta modernissima, perché segue un settore contemporaneo, innovativo, e ancora pieno di sfide normative.

Un progetto ambizioso, tra racconto e on the road

Il docu-viaggio è guidato da Kyle Sherman, fondatore e CEO di Flowhub, affiancato da due nomi di peso: Ricki Lake, produttrice e vincitrice di un Emmy, e il giornalista Jason Kennedy. Obiettivo dichiarato: mostrare la realtà della cannabis americana senza filtri, senza retorica, e senza la banalità dei video che promettono “le dieci cose da vedere”.

Sherman affronta il viaggio con l’approccio del viandante curioso più che del guru: non pretende di essere un esperto di ogni stato che visita, né di arrivare a conclusioni “definitive”. Vuole ascoltare, osservare, e farsi sorprendere. Una tradizione antica del viaggio che qui incontra un’industria giovane e continuamente in trasformazione.

Episodio 1: il Nevada, molto più della Sin City con l’erba

Il primo episodio – Cannabis is Home in Nevada – parte dal luogo più iconico dell’intrattenimento americano: Las Vegas.

La puntata è un vero giro in giostra:

  • MJBizCon, il più grande trade show del settore cannabis al mondo;

  • i primi consumption lounge dello stato, pionieri in un modello che molti altri stanno ancora studiando;

  • le grandi dispensarie di Las Vegas, come Thrive, con assortimenti infiniti e scenografie da parco tematico;

  • laboratori di estrazione e coltivatori indoor che riforniscono la città 24/7.

Poi il tono cambia: la troupe lascia la Strip e guida per otto ore verso nord, fino a Winnemucca. Qui, in un paesaggio che sembra uscito da un western moderno, si trova Gold Leaf, un dispensario gestito da un veterano dell’Air Force. Piccolo, curato, centrale per la comunità. Uno di quei posti che ricordano le botteghe di paese, dove il rapporto umano conta più dell’insegna luminosa.

È proprio questa alternanza tra grande spettacolo e quotidianità rurale che dà al Tour un sapore particolare. Il Nevada non appare come un parco giochi per turisti, ma come un territorio complesso, fatto di regole, difficoltà economiche, innovazione e tradizione.

Cannabis, casinò e il grande nodo federale

Uno dei temi emersi quasi “per caso” nelle riprese riguarda la convivenza (o meglio, la non-convivenza) tra cannabis e casinò.

Nel Nevada puoi fumare sigari ovunque, bere praticamente in ogni momento… ma per la cannabis le porte dei casinò restano chiuse. Il motivo è semplice ma potente:

finché la cannabis è illegale a livello federale, le industrie regolamentate a livello nazionale – come il gioco – non possono avvicinarsi troppo.

È una delle grandi contraddizioni del settore: un’industria che vale oltre 45 miliardi di dollari, ma ancora tagliata fuori dai circuiti più tradizionali della finanza e del business.

Cannabis come turismo: oggi non è più solo Colorado e Washington

Con la legalizzazione diffusa in metà degli stati americani, il turismo della cannabis sta cambiando volto. Un tempo chi voleva un viaggio “green” doveva volare a Denver o Seattle. Oggi invece:

  • ogni stato ha il suo stile di coltivazione;

  • la legge impone che ogni prodotto sia coltivato nello stato in cui viene venduto, creando varietà locali uniche;

  • le differenze climatiche e culturali rendono ogni tappa diversa.

Sherman lo riassume bene: se vuoi capire davvero la cannabis americana, devi attraversare il paese. È un pellegrinaggio moderno – e sì, a volte anche un po’ psichedelico – alla ricerca di genetiche, profumi e comunità differenti.

Flowhub: la tecnologia dietro il bancone

Il Tour non è solo intrattenimento: è anche un modo per mostrare la cultura che circonda l’azienda che lo produce.

Flowhub, fondata da Kyle Sherman nel 2015, è una delle piattaforme software più importanti del settore retail della cannabis negli Stati Uniti. Più di 1.000 dispensari usano i suoi sistemi, che gestiscono:

  • compliance e tracciabilità,

  • POS e pagamenti,

  • ecommerce,

  • gestione dell’inventario,

  • marketing e analytics.

Ogni anno Flowhub gestisce oltre 3 miliardi di dollari in vendite. È un’azienda moderna, completamente remote-first, con investitori che vanno da PayPal ai fondatori di Venmo, fino a Jay-Z e al fondo Evolv Ventures di Kraft Heinz.

Con questa serie, Flowhub non vuole solo mostrare le sue tecnologie: vuole mostrarsi come voce culturale, parte attiva del dialogo sul futuro della cannabis americana.

Un progetto in movimento

Il Tour non si ferma al Nevada: le prossime puntate toccheranno altri stati, ognuno con le sue leggi, i suoi pionieri e le sue storie.

Sherman non rivela troppo – anche questo un tocco da storyteller vecchio stile – ma promette viaggi in comunità che raramente finiscono sulle mappe turistiche.

Al momento è stato pubblicato solo il primo episodio della serie The Great American Dispensary Tour, intitolato “Cannabis is Home in Nevada”.
La piattaforma produttore Flowhub indica inoltre che “More episodes coming soon”.
Non è ancora stata annunciata una data ufficiale per l’uscita dei successivi episodi.

Ep.1: Cannabis is Home in Nevada

Flowhub