22 Ottobre 2025
Lawrence Purkiss and Sarah Sinclair
Il mese scorso, il Portogallo ha ospitato la sua settima conferenza internazionale sulla cannabis terapeutica (PTMC) nel centro di Lisbona, in un contesto in cui si sta diffondendo la sensazione che il Paese, un tempo fiorente polo per le esportazioni europee di cannabis, si trovi a un punto di svolta.
Il dibattito tra relatori e delegati si è incentrato sulla possibilità e sulle modalità con cui il Portogallo potrà mantenere e consolidare la sua posizione di principale produttore ed esportatore, alla luce dei recenti sviluppi sia a livello locale che nel più ampio settore europeo.
Infarmed chiede trasparenza, sottolineando la “resilienza” del settore
Il Dott. Vasco Bettencourt, Direttore dell’Unità Licenze di Infarmed, ha aperto la conferenza con un messaggio costruttivo, sottolineando la resilienza del settore e la necessità di trasparenza in seguito all’operazione “Erva Daninha”.
L’operazione delle autorità portoghesi ha portato alla luce un’organizzazione criminale attiva nel settore della cannabis nel Paese. Tuttavia, il Dott. Bettencourt ha tenuto a sottolineare che si trattava di un caso isolato e non rappresentativo dell’intero settore.
Bettencourt ha inoltre annunciato che l’autorità di regolamentazione avrebbe implementato un nuovo software per la registrazione e il monitoraggio delle spedizioni di importazione ed esportazione, utilizzando il Sistema Nazionale di Controllo delle Droghe delle Nazioni Unite, e che, in futuro, si sarebbe concentrata sulla risoluzione dei ritardi nel processo di autorizzazione, con l’intenzione di implementare nuovi sistemi di qualificazione delle licenze e nuovi sistemi di monitoraggio per la supervisione normativa.
Scienza, innovazione e la spinta verso una maggiore diffusione dei medicinali a base di cannabis
Il primo panel, moderato da Sarah Sinclair, Cannabis Health, ha visto Fátima Godinho Carvalho, Responsabile del Controllo Qualità presso LEF, Danny Andrea, Direttore Prodotti e Progetti presso Curaleaf International, Amit Edri, CEO di Portocanna, e Helena Correia, Consulente per la Normativa sulla Cannabis, esplorare il percorso futuro della Scienza Farmaceutica e dell’Innovazione nei Prodotti e nei Medicinali a Base di Cannabis.
I relatori hanno discusso le aree più significative dell’innovazione nella cannabis terapeutica, incluso il processo di produzione, evidenziando come l’affidabilità, la stabilità e la riproducibilità del processo produttivo siano fondamentali per lo sviluppo di prodotti medicinali più accurati e precisi.
Il panel ha anche esaminato i vincoli dei quadri normativi esistenti, con tutte le innovazioni che devono rimanere conformi a un mosaico di sistemi normativi in tutta Europa, nonché le sfide legate all’utilizzo delle GMP dell’UE con materiale vegetale come i fiori.
Sebbene condurre studi clinici randomizzati (RCT) tradizionali sui prodotti a base di cannabis possa essere impegnativo, un approccio ibrido, che combini prove dal mondo reale – ora sempre più utilizzate in farmaci più standard, con studi clinici più solidi – potrebbe essere fondamentale per sviluppare evidenze a favore della cannabis terapeutica.
Un aspetto fondamentale è stata l’importanza di sviluppare formati di prodotto più in linea con i farmaci convenzionali, come capsule, prodotti topici e dispositivi per inalazione. Questo è fondamentale per aumentare l’accettazione dei farmaci a base di cannabis tra gli operatori sanitari e i pazienti “cannabis naive”, con Andrea che ha evidenziato una crescente domanda di pastiglie e altre alternative ai fiori nel mercato del Regno Unito.
La scorsa settimana il Portogallo ha ospitato la sua settima conferenza internazionale sulla cannabis terapeutica (PTMC) nel centro di Lisbona.
Creare un’attività nel settore della cannabis: oltre l’hype, verso un vero ROI
Moderato da Laura Ramos, CannaReporter, il secondo panel, “Costruire un’azienda di cannabis di successo: come attrarre investimenti e ottenere un ROI”, ha accolto Franziska Katterbach di Oppenhoff, Michael Sassano, CEO di Somaí Pharmaceuticals, Joana Silveira Botelho di Cuatrecasas e António Vieira di AceCann, per condividere alcuni consigli pratici per i partecipanti che desiderano avere successo nel settore.
I fondatori dovrebbero partire da un’idea autentica, hanno affermato i relatori, identificando una nicchia chiara in cui un’azienda potrebbe inserirsi, che non sia già occupata da altre aziende. Inseguire l’hype può essere allettante, ma non è un modello di business sostenibile.
Anche la vecchia corsa per essere i primi e i più grandi è finita: le aziende ora hanno bisogno di proposte di valore chiare e business plan realistici. Il successo richiede pazienza, tempi lunghi e investimenti iniziali in solide strutture legali/di conformità, contratti, audit e due diligence. Questo farà risparmiare tempo e denaro a lungo termine.
I relatori hanno anche affrontato le insidie più comuni, come la sottovalutazione (o la sottostima rivolta agli investitori) del tempo necessario per passare dalla licenza alla vendita. I mercati sono instabili e le roadmap dei successi passati non sempre sono valide.
Concludendo con un appello al settore affinché si unisca per guidare il cambiamento, hanno sottolineato che non è sempre necessario modificare la legislazione. Esistono modi per adattare la regolamentazione all’interno del quadro giuridico esistente, senza dover passare attraverso l’iter parlamentare.
I “punti dolenti” della coltivazione di cannabis in Portogallo
Successivamente, Margarita Cardoso de Meneses di CannaReporter ha ospitato il panel “Coltivazione, lavorazione e distribuzione in Europa”, a cui hanno partecipato Xavier Gaya, consulente per la coltivazione presso Avitas Global, Rui Soares, CEO di Paralab, Inês Campos Lima di BioLeaf Health e Louis Golaz di RED Horticulture.
La discussione si è incentrata su alcune delle sfide della coltivazione in Portogallo e sulla necessità di sistemi più sofisticati per valutare le prestazioni, oltre alla resa. Contrariamente a quanto spesso si dice sul “clima ideale” del Paese, gli elevati livelli di calore rendono difficile la coltivazione in serra, poiché è necessario un notevole dispendio energetico per mantenere basse le temperature in estate, e l’elevata umidità pone anche diversi problemi.
I relatori hanno affermato che l’impianto di riscaldamento, ventilazione e condizionamento (HVAC) e le celle di essiccazione rappresentano i principali punti critici. Sistemi scadenti possono comportare rischi di contaminazione, pulizie costose e, potenzialmente, la necessità di irradiazione, con il rischio di rigetto da parte dei consumatori in Germania.
I relatori hanno sostenuto che scalare la produzione richiede di trovare il giusto mix di automazione e lavoro manuale sia nella coltivazione che nel post-raccolta: alcune parti del processo richiedono un intervento manuale, mentre altre possono essere automatizzate.
La stabilità genetica è alla base di procedure operative standard (SOP) e prodotti finali coerenti, hanno aggiunto. Le soluzioni emergenti includono semi F1 e piante triploidi, allontanandosi dalle pratiche tradizionali.
Catene di approvvigionamento globali della cannabis: opportunità e attriti
Il panel finale, moderato da Arnau Valdovinos di Cannamonitor, ha esplorato le catene di approvvigionamento globali: tendenze nei mercati internazionali con l’analista Alfredo Pascual, Natalia Lopez, Big Leaf Consulting ed ex capo coltivatore di Thai Stick, Rob Smallman di Global Cannabis Exchange e Sita Schubert dell’European Medicinal Cannabis Association (EUMCA).
Questa ampia discussione ha toccato diversi punti importanti, tra cui potenziali riforme normative in Germania che potrebbero introdurre restrizioni più severe.
Sono stati evidenziati anche i pregiudizi sulla qualità del prodotto, con la potenza del THC e la recente raccolta spesso utilizzate come indicatori di qualità, così come il fatto che il capitale abbia inseguito parametri di vanità (capacità, licenze, paesi) piuttosto che un vantaggio competitivo, lasciando molti operatori senza modelli di business sostenibili.
Secondo Lopez, i coltivatori thailandesi stanno già entrando nel mercato australiano e potrebbero entrare in Germania già entro la fine dell’anno, sebbene siano probabili ritardi normativi. Le transazioni sono spesso rallentate o bloccate da incoerenze in termini di etichettatura, confezionamento e contenuto di cannabinoidi. Di conseguenza, molte aziende hanno aspettative irrealistiche sulle tempistiche di ingresso sul mercato.
I relatori hanno convenuto che, sebbene le procedure di registrazione nazionali e le monografie europee per fiori ed estratti stiano emergendo, l’armonizzazione rimane lenta e che è necessario che i limiti per i contaminanti siano basati su dati specifici per la cannabis, piuttosto che sugli standard della farmacopea esistente. Ciò su cui non sono riusciti a trovare un accordo, tuttavia, è se i fiori essiccati debbano essere regolamentati nell’ambito del quadro EUGMP.
25 anni di depenalizzazione: la strada del Portogallo verso il futuro
L’evento si è concluso con uno speciale dibattito politico per celebrare i 25 anni dal voto del Portogallo a favore della depenalizzazione.
La moderatrice Laura Ramos ha riunito rappresentanti di partiti politici, tra cui Bárbara do Amaral Correia, PSD – Partido Social Democrata, il deputato di Iniciativa Liberal Jorge Miguel Teixeira e Cláudia Estêvão, Partido CHEGA, insieme a esperti in politica antidroga e scienza della cannabis, i professori Carl Hart e Alfredo Pascual, per discutere del percorso futuro.
Come l’Uruguay nel 2013, il Portogallo è stato pioniere nel cambiamento normativo nella regolamentazione della cannabis, ma non è riuscito a proseguire su questa strada. Pur essendo all’avanguardia rispetto ad altri paesi, rischia di stagnare a causa della mancanza di un ulteriore impegno costruttivo da parte del governo.
La regolamentazione della cannabis ricreativa è all’ordine del giorno della discussione e del dibattito all’interno della coalizione di governo in Portogallo, tuttavia la direzione politica e legislativa è ancora in fase di definizione.
Estêvão ha espresso preoccupazione per i potenziali rischi della cannabis, in particolare per quanto riguarda il consumo tra i giovani, e per la necessità di contrastare il traffico illegale di droga, ma si è mostrata riluttante a rispondere a domande dirette sui fallimenti delle politiche esistenti nell’affrontare questi problemi.
La Prof.ssa Hart ha poi sottolineato che il dibattito sulla cannabis e l’orientamento delle politiche in ambito politico sono troppo spesso slegati dalla ricerca scientifica, evidenziando problemi legati a dati e studi scientifici condotti o interpretati in funzione di specifici risultati politici.
Il panel si è concluso con un appello a proseguire il dialogo e a elaborare politiche basate sull’evidenza, con l’impegno di Bárbara do Amaral Correia a procedere con decisioni informate basate sulle migliori pratiche internazionali.