11 Novembre 2025
David Glaser
Le associazioni di coltivazione in Germania continuano a lottare contro ostacoli legali. In particolare, convinzioni ideologiche portano molte di queste iniziative a essere stroncate sul nascere. In Baviera, un Cannabis Social Club ha recentemente capitolato dopo una sconfitta legale. A Jena, a un club è stato vietato di distribuire cannabis perché si trovava a soli 198 metri – invece dei 200 metri richiesti – da un oggetto che poteva essere interpretato, in senso lato, come un’area giochi. Questi esempi illustrano gli ostacoli a volte assurdi che le associazioni di coltivazione devono affrontare.
Poiché i requisiti organizzativi e burocratici sono difficili da superare per le singole associazioni, è stato fondato un gruppo di sostegno, che funge anche da portavoce politico.
La Federal Association of Cannabis Cultivation Clubs (BCAv) si batte per una regolamentazione adeguata e uniforme per i Cannabis Social Club (CSC) e ha recentemente pubblicato un documento di posizione in cui delinea le sue richieste.
Proporzionalità del divieto di pubblicità e delle norme sulla distanza
Uno degli obiettivi principali dei CSC è l’efficace tutela dei minori. Tuttavia, i club di coltivazione non devono essere soggetti ad azioni governative arbitrarie, come spesso accade attualmente. Sono soggetti a un divieto di pubblicità totale, che la BCAv considera sproporzionato nella sua forma attuale. L’associazione chiede pertanto una regolamentazione che, da un lato, tuteli la tutela dei minori e, dall’altro, garantisca il diritto dei consumatori all’informazione. Un club di coltivazione deve essere chiaramente identificabile dai potenziali soci. Inoltre, è richiesta una regolamentazione uniforme a livello nazionale per quanto riguarda la dicitura e i simboli che i club possono utilizzare per informare i soci sulle loro offerte. Anche le attuali norme sulla distanza dovrebbero essere adattate alle condizioni reali. Invece di distanze minime generiche da scuole o parchi giochi, la BCAv (Associazione Tedesca dei Coltivatori di Cannabis) chiede norme pratiche sulle distanze basate sulla visibilità e sulle distanze effettivamente percorribili a piedi.
Regole chiare anziché incertezze
Un’altra preoccupazione è la tempestiva chiarificazione del quadro fiscale. Le associazioni di coltivatori di cannabis sono organizzazioni senza scopo di lucro e pertanto non sono tenute ad applicare l’IVA sulla distribuzione di cannabis ai propri membri. Allo stesso tempo, la prospettiva di entrate fiscali è uno degli argomenti principali a favore della legalizzazione.
La BCAv chiede quindi norme chiare per evitare successive richieste fiscali. Anche il termine “talea” sta creando confusione a livello nazionale. Il momento esatto in cui una talea diventa una pianta è attualmente soggetto a diverse interpretazioni.
La BCAv propone una checklist ufficiale standardizzata con criteri chiari per definire definitivamente questa distinzione.
Garanzia di qualità e consumo a basso rischio
Per promuovere un consumo con il minor rischio possibile, vaporizzatori e accessori simili dovrebbero essere disponibili per l’acquisto o il noleggio presso le associazioni di coltivatori di cannabis (CSC). Dovrebbero essere offerti anche sostituti del tabacco. In questo contesto, anche la BCAv (Associazione Tedesca dei Coltivatori di Cannabis) chiede l’autorizzazione al consumo di cannabis all’interno del club. Attualmente, paradossalmente, non è consentito consumare cannabis all’interno di un club di cannabis. Questo porta i consumatori a cercare rifugio in altri luoghi dove la tutela dei minori è spesso meno garantita. L’associazione ritiene che ciò sia in contraddizione con il vero obiettivo di tutela.
Inoltre, la BCAv chiede standard minimi di qualità uniformi per la coltivazione e la produzione a livello nazionale. Le analisi di laboratorio sono essenziali a questo proposito. Pertanto, l’associazione richiede esplicitamente l’autorizzazione per l’invio di campioni di cannabis ai laboratori.
Adeguamenti ai modelli occupazionali
Attualmente, le associazioni di coltivatori possono impiegare solo lavoratori part-time per la coltivazione delle piante. Ciò comporta processi inefficienti e rende difficile il mantenimento di standard qualitativi uniformi.
La BCAv (Associazione Tedesca dei Coltivatori) chiede pertanto la possibilità di assumere personale part-time o a tempo pieno per migliorare l’affidabilità operativa e la competitività rispetto al mercato nero.
Inoltre, il limite di 500 soci dovrebbe essere eliminato.
Questo limite non offre alcun vantaggio e, al contrario, ostacola la lotta efficace contro il mercato nero.
Nessuna discriminazione nei confronti delle persone con disabilità
Secondo la legislazione vigente, i soci dell’associazione devono partecipare attivamente alla coltivazione.
Questo è spesso impossibile per le persone con disabilità fisiche. La BCAv chiede quindi che l’obbligo di partecipazione venga esteso alle attività organizzative o amministrative per consentire la partecipazione delle persone con disabilità.
L’associazione chiede inoltre una regolamentazione speciale per la distribuzione ai soci con difficoltà motorie. Secondo la legge vigente, la cannabis può essere distribuita solo direttamente all’interno del club, con un notevole svantaggio per le persone interessate. Il BCAV si batte quindi per un’esenzione legale che consenta la distribuzione di cannabis ai soci del club.

