FdI al Viminale per lo sfratto. Leoncavallo: festa AVS.


2 Agosto 2025

https://leoncavallo.org/blog/comunicati/fdi-al-viminale-per-lo-sfratto-festa-avs-al-leoncavallo

Fratelli d’Italia a colloquio con il ministro dell’interno sul caso Leoncavallo.
“lo fratto potrebbe concretizzarsi prima del 9 Settembre”
Leocavallo: L’unica sicurezza sono gli spazi sociali.

Apprendiamo dai giornali che una delegazione lombarda di Fratelli d’Italia si è recata al Viminale per incontrare il ministro dell’interno Piantedosi per discutere specificatamente del Leoncavallo.

L’idea è quella di sgomberare prima del 9 Settembre data in cui è stato ufficialmente rinviato lo sfratto dall’ufficiale giudiziario.

Numerosi incontri si sono svolti in questi mesi con l’amministrazione comunale per identificare soluzioni e percorsi alternativi. Le associazioni e i collettivi del Leoncavallo hanno lavorato in particolare sulla ormai nota area di via San Dionigi, sui tempi e i modi della sua bonifica. In attesa di un bando pubblico che immaginiamo in ritardo per le vicende dell’urbanistica milanese. Nessun incontro hanno ritenuto di svolgere, nonostante le sollecitazioni, Questura e Prefettura.

Agli inizi di settembre, proprio nell’area di via Watteau, dovrebbe svolgersi la festa nazionale di AVS, Alleanza Verdi e Sinistra, una scelta coraggiosa di contaminazione tra modalità diverse della politica ed evidente schieramento in questa vicenda.

Non possiamo non notare che appena è arrivata la bufera sulla giunta milanese i vecchi arnesi della destra meneghina recitano la stessa parte di sempre. Impoverire Milano della sua storia culturale e antifascista per loro è sempre stata la priorità.

Il Leoncavallo è un simbolo che da 50 anni (si compiono quest’anno) rappresenta i movimenti giovanili autorganizzati. Ogni settimana riceviamo, anche dalle pagine dei giornali, decine di attestati di solidarietà da parte di artisti italiani e internazionali che qui hanno suonato e compreso che il Leoncavallo è un luogo delle controculture, dove la sperimentazione non ha barriere né censure ed è accessibile a tutt* senza distinzione di genere, classe o vaghe idee di colorismi razzializzanti.

La sicurezza la fanno le persone libere di transitare ovunque desiderino, è una casa dignitosa, accedere alla scuola e ai servizi sanitari, la sicurezza è una produzione culturale libera e autogestite, è sentirsi nel posto giusto, senza la minaccia fascista di chi vorrebbe ripristinare ciò che è stato giustamente cancellato dalla storia.

L’unica sicurezza sono gli spazi sociali!

Sta per partire la campagna per una Cassa di resistenza in difesa del Leoncavallo, chiediamo a tutt di continuare a tenere l’attenzione alta e a seguire le iniziative antisfratto. Alla fine, come sempre deciderà Milano e, siamo certi, nella direzione di non abbandonare questo patrimonio collettivo e lottare con noi.

Leoncavallo sotto attacco. Ma deciderà Milano!

2 Agosto 2025

https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/leoncavallo-sotto-attacco-ma-decidera-milano/

Fratelli d’Italia chiede lo sgombero, il Viminale ascolta. Ma la città si mobilita per difendere uno spazio simbolo di cultura libera e autogestione da cinquant’anni

Mentre Fratelli d’Italia bussa alle porte del Viminale per accelerare lo sgombero del Leoncavallo, a Milano si alza la tensione intorno al destino di uno degli spazi sociali più iconici d’Europa. Il movimento milanese e nazionale si mobilita, e la città è chiamata a scegliere: cultura autogestita o repressione securitaria?

Secondo quanto riportato da organi di stampa, una delegazione lombarda di Fratelli d’Italia si è recentemente incontrata con il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per sollecitare lo sgombero del centro sociale milanese. L’obiettivo dichiarato: far partire lo sfratto prima del 9 settembre, data a cui era stato rinviato dall’ufficiale giudiziario.

Un tempismo non casuale, se si considera che proprio nei primi giorni di settembre, nell’area di via Watteau dove ha sede il Leoncavallo, si terrà la festa nazionale di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS). Una scelta esplicitamente politica quella di AVS, che ha voluto organizzare la propria kermesse annuale in uno dei luoghi simbolo dell’autogestione e dell’antifascismo milanese. Un segnale di schieramento in una fase delicata, segnata anche dalle turbolenze nella giunta di centrosinistra che governa la città, nel pieno del ciclone delle inchieste sulle scelte urbanistiche meneghine.

Da mesi il collettivo del Leoncavallo è impegnato in un confronto con l’amministrazione comunale per individuare percorsi alternativi e soluzioni condivise. In particolare, è stata esplorata l’ipotesi di un trasferimento nell’area di via San Dionigi, attualmente oggetto di un processo di bonifica. Tuttavia, permangono ritardi nell’indizione di un bando pubblico, complice l’impasse dell’urbanistica milanese. Nel frattempo, né la Prefettura né la Questura hanno risposto alle richieste di interlocuzione avanzate dal collettivo.

Il tentativo della destra di colpire il Leoncavallo non è nuovo: da decenni le forze conservatrici milanesi cercano di cancellare dalla città uno spazio che rappresenta 50 anni di storia delle controculture, dell’autorganizzazione giovanile e della produzione culturale dal basso. Uno spazio dove, come sottolineano gli attivisti, “la sperimentazione non ha barriere né censure ed è accessibile a tutt*, senza distinzione di genere, classe o vaghe idee di colorismi razzializzanti”.

In questo contesto, il concetto di sicurezza viene rovesciato: non è più sinonimo di controllo e repressione, ma di accesso ai diritti fondamentali – casa, scuola, salute – e alla cultura. “La sicurezza la fanno le persone libere di transitare ovunque desiderino”, scrivono dal Leoncavallo. “L’unica sicurezza sono gli spazi sociali”.

Nelle prossime settimane prenderà il via una campagna per la Cassa di resistenza in difesa del Leoncavallo, mentre proseguiranno le iniziative antisfratto. La posta in gioco è alta: non solo la sopravvivenza di uno spazio fisico, ma la difesa di un’idea di città aperta, solidale e antifascista.

Alla fine – come scrivono gli attivisti – “deciderà Milano”. La speranza è che lo faccia non inseguendo vecchi fantasmi d’ordine, ma riconoscendo il valore di un patrimonio collettivo che da mezzo secolo arricchisce il tessuto culturale e sociale della città.