Austria: il settore della canapa si mobilita contro un proposto monopolio del tabacco sui fiori di CBD

16 Dicembre 2025

Dopo mesi di incertezza giuridica, il governo austriaco ha approvato un emendamento che sottoporrà i fiori di canapa da fumo al monopolio del tabacco a partire da gennaio 2029.

Fino ad allora, i negozi di CBD e canapa potranno continuare a vendere fiori a condizioni rigorose, un compromesso temporaneo che molti nel settore descrivono più come un conto alla rovescia verso il collasso che come un sollievo.

Questa decisione fa seguito a una sentenza emessa alla fine del 2024 dal Tribunale Amministrativo e alla conferma di quest’anno da parte della Corte Suprema Amministrativa che i fiori rientrano nella legge sull’imposta sul tabacco, con conseguente imposta del 34%.

Sebbene i prodotti non da fumo come oli di CBD, prodotti commestibili o prodotti per uso topico non siano interessati dalle normative europee, questa decisione ha un impatto significativo sul mercato austriaco dei fiori. Secondo i rivenditori, i fiori rappresentano la principale fonte di reddito per centinaia di negozi specializzati.

“Questo non è un salvataggio, ma un colpo mortale.”

I rappresentanti del settore non hanno usato mezzi termini durante la conferenza stampa tenutasi dopo l’annuncio del governo. “Non si tratta di un salvataggio, ma piuttosto di un colpo fatale”, ha affermato Lukas Bock, un rivenditore di Vienna, il quale ha sostenuto che lui e “centinaia di altre persone” ora si trovano ad affrontare la perdita del prodotto di punta da cui dipendevano le loro attività.

Il periodo di transizione, che si estende fino alla fine del 2028, consente ai negozi di continuare a operare solo se ottengono una licenza speciale per la canapa dall’agenzia che gestisce il monopolio del tabacco. Per essere ammissibili, le attività devono essere operative dall’inizio del 2025 e vendere principalmente prodotti a base di canapa, un requisito che i piccoli negozi temono di non essere in grado di soddisfare.

La Federazione austriaca della cannabis (ÖCB, che non ha nulla a che vedere con il marchio di foglie), creata all’inizio dell’anno per difendere il settore, riconosce che questa transizione offre una tregua temporanea, ma avverte che il problema fondamentale rimane: tra tre anni, a meno che non ci sia una nuova modifica della legislazione, il mercato dei fiori di CBD così come esiste oggi sarà smantellato.

Si profila una battaglia costituzionale

L’esperto costituzionale Heinz Mayer, autore di un parere legale per l’Associazione Belga dei Produttori di Sigarette (ÖCB), sostiene che l’estensione del monopolio costituisca “un’ingerenza inammissibile nella libertà di impresa” e non sia giustificata da alcun fatto. Ha tracciato un parallelo con un caso del 2015 in cui la Corte Costituzionale si è pronunciata contro l’estensione del monopolio ai liquidi per sigarette elettroniche, un precedente che ritiene sufficientemente solido da ribaltare l’attuale approccio del governo.

“Ci troviamo ora in una situazione simile a quella in cui ci trovavamo dieci anni fa con le sigarette elettroniche”, ha dichiarato Mayer. Si aspetta che il caso “arrivi infine alla Corte Costituzionale”.

L’ÖCB ha già presentato un ricorso alla Corte Federale delle Finanze all’inizio di quest’anno, sostenendo che il monopolio è discriminatorio e di fatto stabilisce un “divieto professionale”. Questo caso è ancora pendente.

Conseguenze economiche e contraddizioni normative

La posta in gioco è alta. Secondo le stime del settore, circa 500 negozi di CBD hanno subito gravi ripercussioni dall’entrata in vigore delle prime restrizioni e oltre 1.500 posti di lavoro sono a rischio. Molti segnalano perdite di fatturato fino al 70%. Allo stesso tempo, l’Austria sta rinunciando a decine di milioni di euro di potenziali entrate fiscali limitando il mercato alle tabaccherie. La CBD austriaca stima che il mercato legale della canapa potrebbe generare tra i 40 e i 50 milioni di euro di entrate fiscali annuali, significativamente superiori ai 15 milioni di euro previsti dal sistema di monopolio.

Questa situazione contraddice anche la legislazione europea, che afferma chiaramente che il CBD non è una sostanza stupefacente e che i prodotti a base di canapa a basso contenuto di THC possono circolare liberamente all’interno del mercato unico.

Gli operatori austriaci avvertono che l’attuale approccio rischia di spingere i consumatori verso il mercato non regolamentato a causa di prezzi più elevati e di un accesso ridotto.