9 Dicembre 2025
Tony
https://dutch-passion.blog/it/il-topping-della-cannabiscome-si-fa-quando-e-perche/
Che cos’è il topping della cannabis?
Il topping è il processo di rimozione (potatura) della punta di crescita dal fusto principale della pianta di cannabis. Viene definita una tecnica di High Stress Training (“HST”) ed è una delle tecniche di coltivazione della cannabis più comuni utilizzate sia dai coltivatori indoor che da quelli outdoor. La fioritura centrale dominante viene sostituita da un’estremità più piatta e da una struttura più cespugliosa. Molti coltivatori ritengono che il topping vada a migliorare il livello di luce su un maggior numero di cime aumentando inevitabilmente la resa finale.
Senza topping, la cannabis spesso (ma non sempre) presenta una dominanza apicale. Questo è il caso in cui la punta principale della crescita (l’apice) tende ad essere dominante e più alta rispetto al resto della pianta. Se avete visto una conifera crescere naturalmente, sapete cosa sia una struttura a dominanza apicale: un ramo centrale alto circondato da altri rami leggermente più corti, in una disposizione ad albero di Natale.
Si tratta della forma ideale per garantire che tutti i rami ricevano una quantità di luce approssimativamente uguale dal sole mentre si sposta comodamente da una parte all’altra del cielo. I coltivatori indoor spesso hanno un’unica fonte di luce fissa nella stanza di coltivazione e ciò può significare che alcuni rami siano più lontani dalla fonte di luce indoor rispetto ad altri, riducendo l’intensità luminosa. Inoltre, alcuni fiori si trovano in ombra, riducendo così il loro potenziale di crescita.
Il principio che sta a monte del topping di una pianta di cannabis è quello di modificare la forma/struttura di crescita per aumentare le quantità del raccolto finale. Toppare la cannabis è una tecnica utilizzata da alcuni coltivatori professionisti e dai coltivatori domestici più esperti, ma non è adatto a tutte le varietà di cannabis o a tutte le situazioni.
Le basi del topping della cannabis

Il topping della cannabis spesso viene effettuato quando la pianta di cannabis ha sviluppato tra i 3 e i 5 nodi. Vale la pena aggiungere che molti coltivatori che praticano abitualmente questa tecnica preferiscono aspettare che si siano sviluppati almeno 5 nodi prima di andare a rimuovere la punta.
Durante questa fase, la pianta ha acquisito forza, statura e una dimensione delle radici sufficienti per sopravvivere allo stress (elevato) del topping della cannabis. Spesso la vostra pianta di cannabis ha circa 4-5 settimane di vita in questa fase, ma sappiate che varietà di cannabis diverse crescono ad un ritmo diverso nelle prime settimane.
Più la lama è pulita ed affilata, meglio è. Una lama smussata potrebbe lasciare un taglio irregolare e causare più danni che benefici. Una cesoia o delle forbici da giardinaggio ben affilate sono l’ideale per questa pratica.
Con una lama affilata, rimuovete l’apice di crescita tra il 3° e il 5° nodo. Tagliate pochi mm sopra i rami laterali per evitare di danneggiare i piccoli germogli che si trovano tra il fusto principale e i rami laterali. Questi piccoli germogli laterali finiranno per prendere il posto della fioritura principale e cresceranno con un vigore maggiore.
Alcuni coltivatori toppano anche i germogli laterali, ma aspettate qualche settimana prima di provarci. In questo modo otterrete quattro cime principali al posto di quella originale.
Topping della cannabis:
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Iniziare intorno al 30° giorno della fase vegetativa.
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Assicuratevi di identificare gli internodi giusti (3-5).
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Tagliate accuratamente lo stelo principale tra i nodi.
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Lasciate che i nuovi germogli laterali crescano prima di un secondo giro di taglio.
Quali sono gli effetti del topping per i coltivatori di cannabis indoor?
Vi troverete di fronte ad una pianta di cannabis più corta e cespugliosa che invece di avere la fioritura principale centrale come punto più alto della pianta, avrà un’estremità più piatta. I coltivatori indoor sostengono che questa pratica consente ai punti di fioritura principali di formare un’estremità più livellata, con un maggior numero di fiori nello “sweet spot” ottico dei livelli di PPFD (luce) ottimali.
Ciò consente un utilizzo della luce più efficiente per i coltivatori indoor, invece di formare solo la fioritura centrale principale sotto un livello di luce ottimizzato, potreste scoprire che, in questo modo, diverse fioriture stanno sotto un livello di luce ideale.
Aspettatevi dei raccolti di cannabis più abbondanti e ricordate che le piante di cannabis non toppate hanno una sola fioritura centrale, mentre le piante di cannabis toppate possono avere due “nuove” fioriture centrali (ma anche 4 se toppate la pianta due volte).
Quali sono i vantaggi del topping per i coltivatori di cannabis outdoor?
Qualche coltivatore di marijuana outdoor ritiene che alcune varietà di cannabis (ad esempio le varietà sativa più allungate) possono decisamente crescere troppo in altezza. I semi di cannabis sativa, infatti, possono produrre piante alte 3-4 metri, che, se vengono coltivate in un giardino o in un patio, un’altezza del genere potrebbe risultare scomoda e troppo evidente. Toppare queste piante di cannabis una o più volte è un ottimo modo per controllare l’altezza verticale.
Topping vs supercropping della cannabis

Due tecniche di coltivazione della cannabis che hanno nomi simili (ma processi molto diversi) sono il topping e il supercropping. Il topping delle piante di cannabis significa un’attenta rimozione della punta di crescita principale al fine di produrre delle piante più corte e cespugliose con più punti di crescita.
Il supercropping è il nome dato alla tecnica in cui lo stelo della pianta di cannabis viene delicatamente schiacciato tra il pollice e il dito. Lo stelo ammorbidito può essere piegato orizzontalmente a 90° e legato nella posizione prescelta per evitare che torni a crescere verticalmente. Il supercropping viene utilizzato sia dai coltivatori di cannabis indoor che da quelli outdoor per ridurre l’altezza verticale delle piante. Inoltre consente di collocare diversi punti di crescita delle cime in posizione equidistante dalla luce di coltivazione indoor. Il che potrebbe essere particolarmente vantaggioso per le rese successive.
Lollipopping è un termine dal nome simile che non deve essere confuso con il topping. Il lollippping consiste nell’eliminazione dei rami più bassi che produrrebbero esclusivamente piccoli e soffici germogli “popcorn”. Eliminando questi rami, si va a migliorare il ricircolo dell’aria e la pianta può concentrare le proprie energie sulle fioriture principali superiori.
Come funziona il topping della cannabis?
Tutte le piante di cannabis presentano una dominanza apicale, la quale determina il classico modello di crescita in stile albero di Natale che segue quando un seme di cannabis viene germinato. Si tratta di un adattamento evolutivo al fatto che il sole si sposta da un lato all’altro del cielo, consentendo alla pianta di crescere bene senza nessuna parte in ombra perenne.
L’estremità di crescita del fusto centrale principale della cannabis è nota come apice, da cui deriva il nome apicale. Questa parte superiore della pianta produce gli ormoni della crescita noti come auxine che scorrono verso il basso attraverso il floema, il tessuto del fusto che trasporta gli zuccheri dalle foglie.
Le auxine impediscono l’eccessivo allungamento dei punti di crescita al di sotto dell’apice, tuttavia, non percorrono lunghe distanze attraverso la pianta. Pertanto, man mano che la pianta cresce in verticale, i rami inferiori vengono liberati dagli effetti inibitori delle auxine. Ed è questo che produce la classica forma ad “albero di Natale”.
Il topping della cannabis consente di manipolare il modello di crescita rimuovendo la punta apicale superiore, dove vengono prodotte le auxine.
L’interruzione della dominanza apicale, come la chiamano i genetisti professionisti della cannabis, consente lo sviluppo dei rami laterali. Una volta rimossa la punta principale della pianta di cannabis, i due germogli laterali adiacenti crescono rapidamente nel corso della settimana successiva.
Altre tecniche di training della cannabis, come il manifolding e il mainlining, risultano più facili quando viene applicato anche il topping.
Perché toppare le piante di cannabis?
Non tutti credono nel topping della cannabis. Molti coltivatori di cannabis preferiscono la semplicità di una coltivazione naturale senza utilizzare alcuna tecnica.
Dopo tutto, la cannabis è cresciuta perfettamente in natura in questo modo per migliaia di anni. Inoltre, alcune varietà di cannabis (come le sativa più elastiche) possono essere molto più adatte al topping rispetto, ad esempio, alle indica naturalmente più compatte e basse.
Ma chi pratica il topping della cannabis spesso si rende conto che questa tecnica permette loro di coltivare varietà che altrimenti sarebbero troppo alte ed estese per essere coltivate indoor. Alcuni coltivatori di cannabis indoor ritengono, infatti, che il topping della cannabis può sembrare più facile e conveniente rispetto al metodo SCROG.
Altri coltivatori amano il topping della cannabis perché consente loro di coltivare piante di cannabis con un maggior numero di fiori che crescono con un livello di luce ottimizzato grazie all’estremità più piatta. Questo permette loro di produrre dei raccolti più abbondanti di quanto sarebbe possibile altrimenti.
Per la cannabis è meglio l’LST o il topping?
Sia l’LST (“low stress training”) che il topping della cannabis si basano sullo stesso principio di manipolazione dell’altezza o della crescita delle piante per mantenere un’estremità più uniforme. Un’estremità livellata è quindi in grado di immergersi nello “sweet spot” ottico della vostra luce. Anche il metodo SCROG utilizza lo stesso principio a vantaggio del coltivatore.
Sia l’LST che il topping della cannabis sono popolari tra i coltivatori che hanno bisogno di ridurre l’altezza delle piante, ad esempio per consentire alle varietà più allungate di entrare in una stanza di coltivazione indoor dall’altezza limitata.
Se sia meglio l’LST o il topping della cannabis dipende dalle preferenze del coltivatore. Alcuni coltivatori ritengono fondamentalmente che toppare la cannabis sia una pratica sbagliata.
Alcuni coltivatori ritengono che il training ad alto stress sia un qualcosa che tendenzialmente non amano fare. Per questo motivo preferiscono un training a basso stress (LST), in cui i rami vengono legati, ad esempio, con delle fascette ad una rete metallica. Altri coltivatori, invece, non amano la natura laboriosa ad alta manutenzione dell’LST e preferiscono toppare le piante una o due volte.
Fimming e topping della cannabis
Il topping e il fimming hanno delle similitudini. Entrambe comportano la rimozione della punta (apicale) della pianta di cannabis. Tuttavia, il topping viene fatto deliberatamente per consentire ai due germogli laterali adiacenti di sostituire il germoglio apicale.
Il fimming, invece, è un tentativo di aumentare il numero delle fioriture principali, dove da due si può arrivare a 4 o più. Esattamente come il topping, il “fimming” sconvolge e stressa la pianta che avrà bisogno di alcuni giorni per riprendersi. Anche in questo caso, aspettate di avere almeno 3 o addirittura 5 nodi.
Il fimming consiste nel rimuovere circa il 75% della punta invece dell’intera pianta. Al posto di effettuare un taglio netto attraverso lo stelo (come nel caso del topping della cannabis), si taglia deliberatamente la base della punta, lasciando una zona di vegetazione ruvida (e disordinata) al di sotto, la quale può poi ricrescere gradualmente con 4 o più zone di crescita.
Il fimming viene considerato da molti una scienza più precisa rispetto al topping della cannabis. Non sempre funziona e si pensa che la parola FIM derivi dalle parole (F**k I missed), il che implica un processo di scarso successo.
Fimming della cannabis:
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Iniziate intorno al 30° giorno della fase vegetativa.
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Assicuratevi di identificare gli internodi giusti (3-5).
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Tagliate accuratamente circa il 75% della punta della pianta.
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Non tagliate il fusto della pianta (topping).
Le migliori varietà di cannabis per il topping
In generale, sono poche le banche del seme di cannabis a raccomandare il topping di routine sulle autofiorenti. Questo perché le varietà autofiorenti hanno un ciclo di vita fisso, in genere di circa 75 giorni. Il processo di topping della cannabis è stressante per le piante che richiedono diversi giorni per ripararsi e ricostruirsi. Molti coltivatori di semi autofiorenti ritengono che queste varietà non abbiano la genetica giusta per affrontare il topping della cannabis. Molti preferiscono infatti coltivare i semi autofiorenti in modo naturale.
Se avete la necessità di coltivare le vostre autofiorenti con un’estremità di fiori più livellata (ad esempio, se avete dei semi autofiorenti sativa che si allungano molto), allora vi consigliamo un LST o uno SCROG.
Molte varietà coltivate partendo dai semi femminizzati indica fotoperiodici non richiedono il topping. Questo perché tali genetiche spesso sono già naturalmente corte, tozze e cespugliose, con un lieve allungamento durante la fioritura. Spesso questo tipo di piante di cannabis sono più facili da manipolare e da gestire nella grow-room usando i più semplici metodi LST, come legare le fioriture più alte o magari usare il metodo SCROG.
Bisogna aggiungere, però, che il topping della cannabis spesso è molto utile per le varietà sativa o per le varietà ibride allungate tendenti alla sativa. A volte, per i coltivatori indoor, toppare la cannabis è il modo migliore ( e forse l’unico) per consentire un raccolto laddove lo spazio sia particolarmente limitato.
Desfrán, sativa della giungla elastica perfettamente adatta al topping della cannabis
La Desfrán fa parte della collezione di semi di cannabis LatinAmerica di Dutch Passion. Probabilmente si tratta della sativa più elastica di tutta la collezione di Dutch Passion ed è la varietà perfetta per chiunque voglia intraprendere una coltivazione di cannabis con il topping. Se lasciate che cresca naturalmente, la Desfrán può raggiungere i 4 metri di altezza e superare facilmente la maggior parte dei grow-box indoor!
Skywalker Haze, genetica Haze con un high ansiolitico davvero piacevole
La Skywalker Haze (semi femminizzati) è diventata rapidamente una best-seller. La sua genetica Haze, notoriamente potente, dissolve rapidamente ogni stress, fornendo un effetto deliziosamente piacevole che sembra durare tutta la sera! È facile da coltivare e ha un livello di THC decisamente elevato, ma come succede con alcune altre varietà con genetiche Haze di qualità da intenditori, potrebbe allungarsi un po’ troppo per le preferenze di alcuni coltivatori. Toppare queste genetiche di cannabis potrebbe risultare, infatti, particolarmente utile.
Passion Fruit, cime profumate agli agrumi con un effetto da urlo!
I semi di cannabis femminizzati di Passion Fruit fanno parte della famiglia di semi di cannabis Orange. Sono stati realizzati incrociando l’Orange Bud, vincitrice di Cannabis Cup, con la Sweet Pink Grapefruit. Queste genetiche sono molto stabili e particolarmente facili da coltivare. I livelli di THC molto elevati completano l’aroma ed il suo sapore fruttato. Se ritenete che le genetiche ibride siano un po’ troppo vigorose per i vostri gusti, sarete rassicurati dal fatto che risponde bene al topping della cannabis.
Quando toppare la cannabis?
Tradizionalmente il consiglio è sempre quello di aspettare di avere almeno 3-5 nodi sulla pianta di cannabis prima di topparla. Alcuni amanti del topping della cannabis suggeriscono addirittura di aspettare fino a 5-6 nodi. Il messaggio principale è di non tentare questa pratica di training della cannabis su una piantina immatura.
Topping della cannabis precoce
Se viene effettuato troppo presto, il topping della cannabis potrebbe bloccare in modo permanente la crescita successiva. Lasciate che la pianta di cannabis abbia il tempo di stabilire un buon apparato radicale ed una crescita vigorosa in superficie con delle foglie dall’aspetto sano. In caso di dubbio, lasciate che la pianta cresca un po’ di più prima di tentare di topparla.
Toppare la cannabis due volte
Dopo aver effettuato il topping della pianta di cannabis, potete notare i due germogli laterali adiacenti che cercano di crescere rapidamente verso l’alto. Questi andranno a sostituire la fioritura principale. Tuttavia, ognuno di essi potrà essere successivamente cimato, producendo altri 2 nuovi germogli da ogni germoglio laterale. Invece di avere una pianta di cannabis con un’unica fioritura principale, ora ne avrete 4. Questo processo può essere ripetuto se necessario.
Come toppare le piante di cannabis
Il topping della cannabis non è un processo complicato, non avrete bisogno di molta attrezzatura, tempo o esperienza.
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Usate una lama di rasoio nuova o delle forbici da giardinaggio molto affilate. Bisogna effettuare un taglio netto, piuttosto che un taglio grezzo più dannoso.
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Assicuratevi che la vostra pianta di cannabis abbia almeno 3-5 nodi, spesso significa aspettare 30 giorni circa dalla germinazione dei semi di cannabis.
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Tagliate con cura il fusto principale della pianta di cannabis e scartate la punta. Cercate di tagliare la punta ben al di sopra dei germogli laterali sul nodo appena sotto, in modo da non danneggiarli. Questi germogli laterali cresceranno rapidamente con la punta rimossa e la dominanza apicale interrotta.
Prima del topping della cannabis

La pianta di cannabis cresce naturalmente con un’unica punta (o apice)
Poco dopo il topping della cannabis

La punta della pianta di cannabis viene rimossa. I germogli laterali iniziano a prendere il sopravvento!
1-2 settimane dopo il topping della cannabis.

I piccoli germogli laterali (all’incrocio tra il fusto e la coppia di foglie sotto il taglio) sono cresciuti rapidamente. Se necessario, anche questi potranno essere toppati.
Il topping della cannabis, una tecnica facile ma efficace
Se lo spazio a disposizione per la vostra coltivazione indoor è limitato, ma volete godere dei semi di cannabis sativa pura più estesi, allora il topping della cannabis è una tecnica di cui potreste beneficiare, ma anche se siete coltivatori outdoor e cercate un modo per controllare la crescita verticale delle vostre piante, il topping della cannabis rimane un’ottima opzione.
Non abbiate paura di toppare una pianta di cannabis, è una tecnica collaudata che viene utilizzata con successo dai coltivatori di cannabis di tutto il mondo. Vi ricordiamo però che questa è una tecnica facoltativa, non obbligatoria, molti coltivatori non la usano mai. L’unico motivo per effettuare un topping alle vostre piante cannabis è se serve per facilitarvi la coltivazione.

Il topping come tecnica per aumentare le prestazioni
18 Novembre 2025
Chad Westport
https://sensiseeds.com/es/blog/el-topping-como-tecnica-para-aumentar-el-rendimiento/
Esistono numerose tecniche di allevamento per le piante di cannabis, ma solo alcune sono state utilizzate per decenni e si sono dimostrate efficaci. L’aumento della resa, il controllo della chioma e l’efficienza luminosa sono motivi per utilizzare tecniche come la potatura. Oggi vogliamo svelare il mistero.
Cimatura, low-stress training, supercropping, sea of green, scrogging… questi sono esempi di tecniche di allevamento utilizzate dai coltivatori di cannabis per controllare la struttura generale della pianta. Le varietà alte possono essere allevate per crescere verso l’esterno anziché verso l’alto. Alcuni coltivatori tagliano la parte superiore della pianta per renderla più bassa e cespugliosa. Quando si coltivano indoor diverse varietà di cannabis, l’allevamento è spesso necessario per mantenere la chioma il più livellata possibile.
Una tecnica ampiamente utilizzata nei giardini è la cimatura. La cimatura consiste nel rimuovere la parte superiore della pianta. Sappiamo che rimuoverla può sembrare un po’ contraddittorio, dato che è da lì che provengono le grandi cime. Sebbene possa sembrare controintuitivo, la resa potenziale aumenta quando si utilizza la cimatura.
La cimatura mira a massimizzare la qualità delle cime creando più cime invece di una sola grande cima principale, aumentando così la resa. Anche in questo caso, è l’aumento del numero di cime sulle cime principali ad aumentare la resa quando si utilizzano metodi di coltivazione come la cimatura.
Perché rimuovere la parte superiore di una pianta può essere utile
Le tre ragioni principali per cui i coltivatori di cannabis utilizzano la cimatura come tecnica di training sono la gestione dello spazio, la distribuzione degli ormoni e l’efficienza luminosa. Spiegheremo il “perché” dietro ciascuna di queste affermazioni e come la cimatura può aiutarti a ottenere risultati migliori nel tuo giardino.
Quando coltivate naturalmente, le piante di cannabis preferiscono crescere a forma di albero di Natale, con i rami inferiori più larghi per ricevere luce senza ostacoli. Rimuovendo la cima, i rami inferiori non sono più protetti dalle grandi foglie a ventaglio che si trovano sopra. Più luce per più foglie equivale a più fotosintesi, il che significa più energia per la pianta per crescere e sviluppare le cime.

La tecnica della cimatura della cannabis può essere utilizzata anche come strumento di controllo dell’altezza in piccoli spazi di coltivazione con soffitti bassi. È anche un metodo di training efficace per ottenere un fogliame uniforme. Se i coltivatori coltivano diverse varietà di cannabis e una cresce significativamente più alta delle altre, cimandola la porterà alla stessa altezza delle altre. La cimatura è uno strumento efficace per controllare una pianta se il coltivatore le permette di crescere troppo durante la fase vegetativa. La maggior parte delle varietà quasi raddoppia le sue dimensioni durante la fase di transizione dello “stretching” all’inizio del ciclo di fioritura. Se una pianta è già vicina alla fonte di luce e si teme che possa crescere ancora di più dopo lo stretching, la cimatura può domare la crescita e riportarla sotto controllo.
La cimatura offre alcuni benefici fisiologici. Quando questa tecnica viene applicata a una pianta di cannabis, i rami più bassi vengono sollevati per creare la chioma, che diventa più folta e robusta, e in genere richiede meno supporto in seguito. La principale ragione fisiologica per cui si ricorre alla cimatura in qualsiasi pianta è la ridistribuzione di auxine e ormoni quando si interrompe la dominanza apicale.
Invece di essere dirette verso il punto più alto, le auxine e gli ormoni della crescita vengono distribuiti uniformemente lungo tutta la chioma. Questo favorisce una crescita uniforme distribuita nelle diverse aree in cui si trovano le cime, anziché concentrata in cima. Avendo più cime “apicali” invece di un’unica grande cima, le rese possono aumentare notevolmente, soprattutto se combinate con altre tecniche di coltivazione.
Un altro vantaggio di una chioma uniforme è la massimizzazione della quantità di luce utilizzabile (PPFD) che raggiunge la pianta di cannabis. Una chioma uniforme distribuirà la stessa quantità di luce al maggior numero possibile di cime. Quando le piante vengono coltivate senza potatura, possono avere un fusto principale molto più alto dello spessore dei rami inferiori e dei punti di sviluppo delle cime.
Per compensare questa altezza, la lampada di coltivazione deve essere alzata per coprire la maggior parte dei punti di crescita delle cime, riducendo così la quantità di luce che li raggiunge. Con una chioma uniforme, è possibile posizionare la lampada più vicino alle cime superiori.
In generale, quando si esegue la cimatura su una pianta (o anche sui suoi numerosi rami laterali), due nuovi rami emergono al posto di quello vecchio. I coltivatori hanno quindi due punti in cui le cime possono svilupparsi, il che è uno dei modi in cui la cimatura può contribuire ad aumentare la resa. Il cambiamento nella distribuzione degli ormoni della crescita incoraggia anche la ramificazione laterale nella pianta. Combinati, questi due benefici si traducono in una pianta più grande e cespugliosa rispetto a una coltivata senza cimatura.
Quando applicare la cimatura a una pianta di cannabis

La cimatura viene quasi sempre eseguita durante la fase vegetativa. Nei casi in cui la pianta si allunga eccessivamente durante la fioritura, la cimatura potrebbe essere l’unica opzione, ma il più delle volte viene eseguita durante la fase vegetativa. La maggior parte dei coltivatori applica questa tecnica una o due volte alle proprie piante di cannabis. In realtà, può essere eseguita più volte, purché il coltivatore dia alla pianta la possibilità di riprendersi nel frattempo.
I coltivatori spesso usano il numero di nodi per indicare quando e dove cimare la pianta. È meglio seguire il proprio giudizio. In genere, si consiglia di applicare la tecnica tra il 5° e il 7° nodo. Tuttavia, l’altezza della pianta tra il 5° e il 7° nodo può spesso variare considerevolmente, a seconda che si tratti di una varietà indica o sativa. È necessario considerare l’altezza del proprio spazio di coltivazione e l’allungamento tipico della varietà, e cimare di conseguenza.
Altri coltivatori aspettano che la pianta raggiunga la fase vegetativa prima di cimare. Un apparato radicale ben sviluppato aiuta la pianta a riprendersi più rapidamente rispetto a una piantina meno sviluppata. I coltivatori possono potare alcuni rami inferiori prima di decidere dove potare. La rimozione di alcuni rami inferiori influirà sul numero di rami (spazi nodali) da lasciare prima della cimatura.
In entrambi i casi, la cimatura dovrebbe essere eseguita solo se la pianta è sana, poiché questa tecnica causa un certo stress. Sebbene provochi un leggero shock, se la genetica è buona, la potatura non dovrebbe causare ermafroditismo. La cimatura è la tecnica di allevamento più comune per le piante di cannabis.
Come cimare una pianta di marijuana
I coltivatori hanno bisogno di un solo strumento per potare la pianta: una lama affilata e sterile. Molti giardinieri usano cesoie da potatura, mentre altri usano una lama nuova. Come per le talee, il taglio dovrebbe essere effettuato con un angolo di 45 gradi, non dritto.
Quando si cima una pianta matura, effettuare il taglio 2-3 cm sopra l’ultimo nodo che si desidera ramificare. La parte tagliata del fusto si seccherà e si raggrinzirà leggermente. Lasciare questo spazio extra eviterà che la resistenza dei rami del nodo superiore venga compromessa.
Quando si contano i nodi, iniziare con la prima serie di rami inferiori e procedere verso l’alto. Ogni coppia di rami superiori è un nuovo nodo. I nodi sono semplicemente i punti in cui un ramo si unisce, di solito su entrambi i lati. Utilizzando questa tecnica di potatura, i coltivatori contano i nodi sul fusto principale per determinare dove potare.
Ora sei pronto
Dopo la cimatura, lasciate che la pianta appena tagliata si riprenda dallo shock per qualche giorno o una settimana. Non tagliatela e mettetela subito in fioritura. Continuate ad annaffiarla e concimarla. È incredibile cosa una pianta di cannabis sana possa sopportare in termini di tecniche di allevamento e stress.
Utilizzando questa semplice tecnica di allevamento, potete ottenere rese più elevate, coltivare diverse varietà fianco a fianco e massimizzare l’efficienza energetica.

La cimatura come tecnica di allevamento delle piante viene spesso utilizzata in combinazione con altre. LST (Low Stress Training) è un altro modo per gestire la chioma e interrompere la dominanza apicale in una pianta. La tecnica di allevamento chiamata “mainlining” è una combinazione di cimatura e LST.
Il nostro obiettivo è svelare il mistero dietro queste tecniche di coltivazione e renderle facilmente accessibili a qualsiasi giardiniere appassionato di questo hobby. Parleremo di LST, supercropping, scrogging e molto altro nei prossimi articoli sull’allevamento delle piante. Quali tecniche vorreste saperne di più? Quali sono le vostre tecniche di allevamento preferite? Fatecelo sapere nei commenti. Buona coltivazione!


