24 Novembre 2025
Steven Voser
https://www.royalqueenseeds.it/blog-identificare-e-trattare-le-comuni-malattie-della-cannabis–n90
Come qualsiasi altra pianta, anche la cannabis può essere attaccata da parassiti, infezioni micotiche, virus e diversi altri problemi in grado di compromettere la qualità e la quantità del raccolto finale. Saper distinguere una carenza nutritiva da muffa o marciume radicale, ad esempio, è essenziale per trattare tempestivamente ed efficacemente il problema che affligge la pianta, limitando le ripercussioni sulla sua salute.
Problemi della Cannabis Legati alle Sostanze Nutritive
Una somministrazione scarsa o eccessiva di sostanze nutritive può provocare stress nelle piante di cannabis, le quali potrebbero manifestare sintomi come scolorimento, malformazione delle foglie o rallentamento della crescita. Alcuni dei problemi della cannabis legati alle sostanze nutritive includono:
Carenze Nutritive
I coltivatori meno esperti spesso credono che la cannabis abbia bisogno di tre soli elementi: azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). Questi macronutrienti sono sicuramente importanti per uno sviluppo sano e vigoroso. Tuttavia, per completare la fase vegetativa ed avviare la fioritura, le piante di cannabis hanno bisogno di un variegato mix di macro e micro nutrienti, nonché di sostanze secondarie. Quando gli esemplari non ricevono la giusta quantità di nutrimento, manifestano carenze che possono causare la morte delle foglie, sia giovani che vecchie, e la loro decolorazione.
Le carenze nutritive sono provocate generalmente da inadeguata somministrazione di sostanze nutritive, squilibri del pH e problemi di assorbimento dei nutrienti. Se non si interviene tempestivamente, una carenza nutritiva può ostacolare la crescita della pianta, riducendo la qualità e la quantità del rendimento finale.
I sintomi di una carenza nutritiva variano in base alla sostanza presente in quantità insufficiente. Alcuni dei sintomi più comuni sono:
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Morte delle foglie giovani o vecchie
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Ingiallimento delle foglie
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Steli rossi o violacei
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Foglie secche o macchiate
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Bordi o punte delle foglie incurvati
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Crescita verticale
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Foglie e steli deformi
Alcune carenze nutritive possono essere risolte aumentando semplicemente la dose di nutrimento somministrata agli esemplari. In caso di squilibrio del pH, e/o mancato assorbimento delle sostanze nutritive, le piante dovranno essere sottoposte a trattamenti diversi.
Bruciatura da Nutrienti
La bruciatura da nutrienti è l’esatto opposto di una carenza. Si verifica infatti quando le piante ricevono una quantità di nutrimento maggiore rispetto al normale fabbisogno. L’eccessiva somministrazione di sostanze nutritive è la causa principale di una bruciatura da nutrimento, ma questo problema può manifestarsi anche in caso di squilibri del pH o blocco del nutrimento. I tipici segni di una bruciatura da nutrienti sono la secchezza e l’ingiallimento delle foglie e, talvolta, la curvatura dei bordi e delle punte.
Quando si somministrano le sostanze nutritive, è importante seguire uno schema regolare, e verificare il pH e i livelli di conduttività elettrica prima e dopo ogni somministrazione. In questo modo avrete la certezza che gli esemplari stanno ricevendo ed assorbendo correttamente la giusta dose di nutrimento.
Occorre sottolineare che la bruciatura da nutrienti di solito è associata all’utilizzo di fertilizzanti chimici. Le sostanze naturali, caratterizzate da una formula a rilascio graduale, in genere non provocano bruciature da nutrienti, poiché vengono scomposte ed assorbite più lentamente dalle piante.

Blocco dei Nutrienti
Il blocco dei nutrienti è causato da una reazione chimica tra la pianta, il substrato ed il fertilizzante. Tale reazione impedisce all’esemplare di assorbire il nutrimento dal substrato e di conseguenza conduce ad una carenza nutritiva.
Il blocco dei nutrienti si verifica solitamente quando vengono somministrati fertilizzanti chimici concentrati per un periodo di tempo prolungato. Piccole quantità di sali ed altri elementi presenti nel concime possono accumularsi nel substrato, alterare i livelli di pH ed interferire con la capacità di assorbimento della pianta.
In genere, il blocco dei nutrienti viene risolto risciacquando il substrato con acqua a pH bilanciato e ripristinando l’abituale regime di alimentazione. Molti coltivatori scelgono di ridurre la quantità di nutrimento somministrata per evitare di incorrere nuovamente nello stesso problema.

Problemi della Cannabis Legati al Ph
A differenza di altre piante, la cannabis riesce ad assorbire le sostanze nutritive solo all’interno di un ristretto intervallo di pH. Se il terreno, l’acqua o il fertilizzante non rientrano in questi parametri, la pianta non sarà in grado di assimilare il nutrimento in modo adeguato. Si rischia quindi di sprecare costose sostanze nutritive, e potrebbero emergere anche carenze alimentari e/o blocchi dell’assorbimento.

Le piante di cannabis prediligono i terreni leggermente acidi, con livelli di pH pari a 6–7. Ad ogni modo, abbiamo scoperto che lievi fluttuazioni del pH tra 6 e 7 migliorano la capacità della cannabis di assimilare diversi macronutrienti, micronutrienti ed elementi secondari.
Le piante di cannabis coltivate in idroponica o fuori suolo crescono in modo ottimale con livelli di pH tra 5,5 e 6,5. Anche in questo caso, piccole fluttuazioni consentono agli esemplari di assorbire un’ampia gamma di sostanze nutritive.
Sintomi di Irrigazione Scarsa o Eccessiva nelle Piante di Cannabis
Una irrigazione insufficiente o eccessiva interferisce con numerosi processi fisiologici della pianta di cannabis, provocando stress e interruzione della crescita. Un terreno troppo umido o arido può attirare parassiti come moscerini dei funghi, ragni rossi ed altri agenti patogeni.
Purtroppo, la carenza o l’eccesso di acqua provoca sintomi analoghi sulle piante di cannabis: le foglie iniziano ad afflosciarsi e, con il passare del tempo, avvizziscono ed infine muoiono. Tastando il terreno è possibile individuare l’errore commesso; se il suolo è completamente asciutto, occorre irrigare con maggior frequenza. Se è umido e fangoso, significa che è stata somministrata troppa acqua.
Per evitare irrigazioni scarse o eccessive, ricordatevi di:
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Immergere un dito nel terreno fino alla prima falange e somministrare acqua solo quando il suolo è totalmente asciutto.
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Coltivare in terreni leggeri ed ariosi, utilizzando vasi con adeguati fori di drenaggio.
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Eseguire la defogliazione o il lollipopping sugli esemplari per migliorare la ventilazione a livello del suolo e consentirne la rapida asciugatura.
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Leggere la nostra guida completa su come innaffiare correttamente le piante di cannabis.
Problemi della Cannabis Legati all’apparato Radicale
Le radici mantengono la pianta ancorata al suolo, ma assorbono anche ossigeno, acqua e sostanze nutritive dal substrato, trasportandoli fino agli steli, alle foglie e ai fiori. Inoltre, a seconda delle necessità, l’apparato radicale di una pianta conserva e rilascia l’energia prodotta durante la fotosintesi, per stimolare la crescita dell’esemplare e risanare eventuali lesioni.
I problemi della cannabis più comuni legati all’apparato radicale sono:
Radici Aggrovigliate
L’aggrovigliamento delle radici può verificarsi quando l’apparato radicale della pianta è ormai troppo esteso per le dimensioni del contenitore. Le radici iniziano a crescere attorno alla circonferenza del vaso, formando un groviglio compatto. Ciò provoca stress alla pianta e compromette la sua capacità di assimilare acqua e sostanze nutritive. Questa condizione può causare carenze nutritive, squilibri del pH e blocco dell’assorbimento.
Se le radici della pianta sono aggrovigliate, dovrete trasferire l’esemplare in un recipiente più ampio. Al momento di travasare, cercate di districare le radici (ove possibile). Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario potare le radici utilizzando un paio di cesoie o un coltello affilato. Dopo il trasferimento, concedete alle piante almeno una settimana per riprendersi dallo stress del trapianto.

Per evitare ulteriori aggrovigliamenti delle radici, trasferite le piante in contenitori più grandi con regolarità e al momento appropriato, ovvero prima che le radici raggiungano le pareti del recipiente. Le plantule, ad esempio, possono essere spostate in vasi più ampi dopo che sono sufficientemente cresciute in altezza ed hanno sviluppato foglie che superano la circonferenza del contenitore iniziale.
Marciume Radicale
Come si può intuire dal nome, il marciume radicale è caratterizzato da radici malate e putrefatte. In substrati come terreno o fibra di cocco, tale condizione è causata da problemi di drenaggio o irrigazione eccessiva. Entrambi i fattori provocano un accumulo di acqua attorno alle radici, favorendo la proliferazione di batteri e funghi.
Negli impianti idroponici, il marciume radicale è causato da calore eccessivo, mancanza di luce adeguata, carenza di ossigeno nell’acqua o materiale organico in decomposizione nella cisterna. Tutte queste cause agevolano lo sviluppo di batteri e funghi (come il Fusarium) all’interno del serbatoio, provocando marciume radicale.
Le radici putrefatte hanno una tonalità marrone, un aspetto melmoso e talvolta emanano un odore nauseabondo. In superficie, la pianta malata appare curva e avvizzita, con foglie gialle o bianche. Il marciume radicale può anche provocare carenze nutritive, poiché la pianta non riesce ad assorbire gli elementi presenti nel substrato.
Per trattare il marciume radicale, occorre somministrare batteri benefici in grado di contrastare gli agenti patogeni. Se state coltivando nel terreno, potete travasare la pianta in un recipiente con terra fresca e ben areata, controllando che il contenitore sia dotato di fori di drenaggio sufficienti. Se invece coltivate in idroponica, dovrete disinfettare l’intero impianto, creare un nuovo serbatoio idrico ricco di ossigeno e risolvere i problemi legati al calore o alla mancanza di luce.

Problemi della Cannabis Legati all’ambiente
Che stiate coltivando indoor o outdoor, i fattori ambientali come temperatura, umidità, luce e ventilazione possono provocare stress alla pianta se non vengono regolati correttamente.
Stress da Calore o Gelo
Per crescere sane, le piante di cannabis devono essere esposte a specifiche temperature durante le varie fasi del loro ciclo vitale. Se le temperature sono troppo elevate, le foglie tenderanno ad incurvarsi verso l’alto, assumendo un aspetto disidratato. Nel corso del tempo, le piante sottoposte a stress da calore possono sviluppare macchie bianche o marroni lungo i bordi delle foglie a ventaglio.
Il primo passo per trattare uno stress da calore indoor è installare delle ventole attorno alla pianta ed un sistema di areazione che rimuova l’aria stantia e la rimpiazzi con aria fresca proveniente dall’esterno. Se tale strategia dovesse rivelarsi insufficiente, potete aggiungere un condizionatore che vi consenta di controllare la temperatura all’interno della grow room. Infine, se le vostre lampade emanano troppo calore, potreste scegliere sistemi di illuminazione alternativi (come i LED, ad esempio).
Il calore estremo può danneggiare le piante di cannabis, ma anche il freddo intenso causa numerosi problemi. Se gli esemplari sono esposti a temperature inferiori a 15°C, la loro crescita potrebbe rallentare (a causa della riduzione dei processi di fotosintesi). Inoltre, saranno più suscettibili agli agenti patogeni, come la muffa. Anche se non mostrano segni di stress, le piante sottoposte a basse temperature di solito offrono rese inferiori rispetto a quelle coltivate a temperature ottimali.

Per evitare questi problemi, seguite le nostre linee guida sui livelli di temperatura ed umidità e ricordate di:
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Usare un termometro ed un igrometro per misurare temperatura ed umidità all’interno della grow room.
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Utilizzare ventilatori per consentire il ricircolo dell’aria attorno alle piante.
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Usare un sistema di ventilazione per consentire la circolazione dell’aria dentro e fuori la grow room.
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Usare lampade di coltivazione LED che emanano poco calore.
Se coltivate all’aperto e dovete affrontare temperature estremamente calde o fredde, controllate regolarmente le previsioni meteorologiche e trasferite le piante al chiuso in caso di gelate o ondate di calore. Potete inoltre utilizzare delle serre per avere un maggior controllo sulle temperature e/o i livelli di umidità.
Bruciatura da Luce
La bruciatura da luce è un problema che affligge soprattutto i coltivatori inesperti con poco spazio a disposizione. Si verifica quando le piante di cannabis restano troppo vicine alla fonte luminosa e il risultato è uno scolorimento delle cime (durante la fioritura) e un ingiallimento delle foglie.
Fortunatamente, la bruciatura da luce può essere risolta molto semplicemente. È infatti sufficiente allontanare le lampade dalle piante. Se ciò non è possibile, consigliamo di applicare tecniche come il LST per indurre gli esemplari a crescere prevalentemente in orizzontale, piuttosto che sviluppare una struttura alta e affusolata.
Se coltivate all’aperto, non dovrete preoccuparvi di eventuali bruciature da luce: il sole è troppo distante per provocare ustioni gravi alle piante. Se però coltivate le plantule indoor, ricordate di esporle gradualmente alla luce solare, in modo che possano abituarsi ad essa.

Danni Provocati dal Vento
La cannabis adora le brezze leggere. Tuttavia, i venti forti possono causare dei danni irreversibili alle piante, lacerarne il fogliame, spezzare i rami su cui crescono le cime o sradicare completamente il fusto.
Per chi coltiva indoor, di solito il vento non rappresenta un problema. Ma quando si coltiva outdoor, è importante adottare qualche accorgimento per proteggere gli esemplari:
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Sistemate le piante di cannabis vicino ad altre o accanto a recinti, aiuole o pareti che possano fungere da protezione.
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Eseguite cimatura e training sulle piante. Gli esemplari bassi, folti, e compatti hanno meno probabilità di essere danneggiati dal vento.
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Coltivate trifoglio e alfalfa attorno alle radici delle piante, per evitarne lo sradicamento.
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Non esagerate con i paletti di sostegno: le piante hanno bisogno di flessibilità per poter assecondare il vento senza spezzarsi.

Muffa sulla Cannabis: Marciume delle Cime e Oidio
La muffa è un problema serio per chi coltiva cannabis. Questo agente patogeno sottrae linfa vitale alle piante e in alcuni casi attacca anche le cime, distruggendole prima ancora che il coltivatore possa raccoglierle. I due tipi di muffa che affliggono la cannabis con maggior frequenza sono l’oidio, o mal bianco, e la botrite (marciume delle cime).
L’oidio si manifesta come una polvere sottile e bianca, simile a farina, sulla superficie delle foglie. Progressivamente, questa muffa si diffonde in tutto il resto della pianta, ostacolando il processo di fotosintesi e causando il graduale ingiallimento delle foglie, fino alla morte. Negli stadi avanzati, l’oidio può depositare sugli esemplari piccole spore di colore nero, che si disperdono nell’aria. Non esiste una cura definitiva per sanare le piante infette. L’unica soluzione è contrastare la muffa con un fungicida biologico e limitarne la diffusione, favorendo al tempo stesso lo sviluppo delle parti illese della pianta.

La botrite, chiamata anche marciume delle cime o marciume grigio, in genere si annida alla base dello stelo e lentamente sale verso l’alto fino ai rami, distruggendo ogni cima con cui entra in contatto. I sintomi di un’infezione da botrite sono avvizzimento, scolorimento e secchezza delle foglie su singoli fiori o sull’intera cima. Osservando le parti colpite, noterete la presenza di una muffa di colore grigio o bluastro. Con il passare del tempo, la botrite produce piccole spore nere, in grado di diffondersi ad altri esemplari per via aerea o per contatto diretto.
Contrastare la muffa sulla cannabis è complicato. Prima di tutto è importante individuare l’agente patogeno che ha infettato la pianta. Successivamente, si potrà decidere se tentare di salvare l’esemplare.
Individuare le Infezioni Fungine Più Comuni sulla Cannabis
Un’infezione micotica può ridurre la qualità e la quantità del raccolto finale. Sfortunatamente, le micosi si manifestano con una certa frequenza sia nelle piantagioni indoor che in quelle outdoor. Pertanto, la prevenzione è fondamentale.
Damping-off o Moria delle Piantine
Il damping-off è un’infezione fungina comune che affligge prevalentemente le giovani plantule. Viene causata generalmente da funghi Pythium, Botrytis e Fusarium (maggiori informazioni di seguito). Che siano già presenti nel terreno o trasportati nella grow room o giardino da un esemplare infetto, questi patogeni attaccano lo stelo delle plantule, provocandone l’afflosciamento e la successiva morte nel giro di 24 ore.

Septoria
La Septoria è un fungo che si manifesta con macchie gialle sulle foglie. Attacca infatti il fogliame, disseminandolo di chiazze gialle o marroncine. In genere colpisce gli esemplari appena entrati in fase di fioritura e appare inizialmente sulle foglie situate in basso. Se non viene trattata tempestivamente, la Septoria si diffonde nel resto della pianta; anche se di solito non colpisce le cime, può distruggere gran parte del fogliame. Questa infezione provoca un enorme stress alla pianta, inoltre compromette i suoi processi di fotosintesi, con conseguente rallentamento dello sviluppo e riduzione delle rese finali.

Fusarium
Il Fusarium è un fungo in grado di distruggere un’intera piantagione di cannabis. Può restare latente nel terreno per anni e colpire senza provocare alcun sintomo. È quindi molto difficile individuare questa infezione. Il fungo si concentra prevalentemente sull’apparato radicale, provocando marciume ed interrompendo la distribuzione di sostanze nutritive ed acqua all’intera pianta. Le piante malate iniziano ad incurvarsi ed avvizzire, e infine muoiono—talvolta nel giro di pochi giorni. Non esiste cura contro il Fusarium. Ai coltivatori che devono gestire questa infezione spesso viene consigliato di abbattere l’intera piantagione, gettare via terriccio e vasi, disinfettare l’area di coltivazione, ed avviare una nuova coltivazione.

Pythium
Il Pythium è un’alga parassita, precedentemente classificata come fungo, che attacca le radici della pianta di cannabis. È una delle principali cause di marciume radicale. Il Pythium può colpire un esemplare in qualsiasi fase del suo ciclo vitale, ma le plantule presentano un rischio più elevato a causa del substrato tendenzialmente umido.
Se state coltivando in idroponica, potrete riconoscere con maggior facilità un’infezione causata da Pythium. I segnali che indicano la presenza di marciume radicale sono la pigmentazione tendente al marrone ed una massa viscida e melmosa attorno alle radici della pianta. Il Pythium è responsabile di oltre il 90% dei casi di marciume radicale.
Purtroppo, se coltivate nel terreno o con sistemi idroponici passivi (ad esempio fibra di cocco o perlite), avrete molta più difficoltà ad individuare la presenza di Pythium, poiché questo patogeno provoca sintomi visibili sulla pianta, ma spesso riconducibili ad altri problemi, come carenze nutritive o bruciature da luce.

Alternaria
Si stima che le infezioni da Alternaria provochino la distruzione di circa il 20% di tutte le colture agricole.
L’Alternaria prolifera in condizioni ambientali calde ed umide. Colpisce soprattutto le piante coltivate in terreni di scarsa qualità, quelle che hanno già subito attacchi parassitari in precedenza o gli esemplari che non ricevono dosi di nutrimento adeguate. L’Alternaria può attaccare la pianta a qualsiasi stadio dello sviluppo, ma si manifesta prevalentemente sugli esemplari in fase di fioritura. Un segnale che rivela l’infezione da Alternaria è l’ingiallimento dei bordi e la presenza di chiazze viola-marroni sulle foglie. Talvolta compaiono anche piccole spore scure sul fogliame (definite conidi).
Purtroppo l’Alternaria non è trattabile. Questo fungo si trasmette per seme e si diffonde rapidamente da un esemplare all’altro, infettando i frutti e rendendoli non commestibili.

Verticillum
Il Verticillum è un’altra infezione micotica devastante. Questo fungo può restare dormiente nel terreno per anni, per poi attivarsi e colpire l’apparato radicale della pianta. Successivamente, il Verticillum intacca lo xilema—tessuto vegetale che trasporta acqua e sostanze nutritive dalle radici al resto della pianta.
Nel corso della sua espansione, il fungo blocca lo xilema, ostacolando il flusso di acqua e nutrimento, e provocando necrosi e avvizzimento in varie sezioni della pianta (inclusi foglie, rami e fiori). Il Verticillum può anche causare una pigmentazione marrone attorno al fusto, in prossimità del suolo.
Come molti altri parassiti, il Verticillum si diffonde rapidamente e causa seri danni alla pianta. Se notate la presenza di questo fungo nel vostro giardino, vi conviene rimuovere tutti gli esemplari infetti e sterilizzare ogni tipo di attrezzatura per evitare la proliferazione delle spore. Per scongiurare il rischio di future infezioni, sarà necessario eliminare anche il terriccio.

Problemi Virali della Cannabis
Sfortunatamente, i virus sono difficili da individuare, soprattutto per i coltivatori meno esperti. Tuttavia, questi patogeni possono causare gravi danni in un breve lasso di tempo.
Virus del Mosaico del Tabacco
Rilevato per la prima volta nelle piantagioni di tabacco, il virus del mosaico del tabacco (TMV) provoca malformazioni e incurvamento delle foglie, oltre a nitide macchie gialle, simili a mosaici. In alcune piante, lo stelo può presentarsi debole e scolorito (generalmente in una tonalità rossa o violacea), mentre altri esemplari possono ospitare il virus senza mostrare alcun sintomo. Pur essendo rara, l’infezione da virus del mosaico del tabacco non è curabile. Se individuate questo agente patogeno nel vostro giardino, dovrete eliminare tutte le piante contagiate per evitare la diffusione della malattia.

Individuare i Parassiti della Cannabis Più Comuni
I parassiti rappresentano un problema piuttosto frequente per chi coltiva cannabis, soprattutto in spazi outdoor.
Moscerini dei funghi
I moscerini dei funghi sono piccoli insetti di colore nero, molto simili ai moscerini della frutta. A differenza di altri parassiti, non colpiscono né le foglie né i fiori della pianta. Tuttavia, le larve proliferano nel terreno e lentamente mangiano le radici. Con il passare del tempo, questa infestazione può causare ingiallimento delle foglie, avvizzimento, sintomi di carenze nutritive e crescita rallentata.
Purtroppo i moscerini dei funghi sono un problema molto comune per i coltivatori di cannabis. Le larve possono essere già presenti nel terriccio preconfezionato, ma anche un’irrigazione eccessiva e i livelli di umidità elevati possono attirare questi fastidiosi insetti nel giardino o nella grow room.
Per fortuna, i moscerini dei funghi non sono parassiti particolarmente pericolosi. L’olio di neem, la farina fossile, ed insetti o batteri benefici (come le coccinelle e il Bacillus thuringiensis) possono aiutarvi a tenere sotto controllo i moscerini dei funghi, purché interveniate tempestivamente sull’infestazione.

Ragni Rossi
I ragni rossi sono parassiti molto comuni, in grado di distruggere completamente la vostra piantagione. Questi piccoli aracnidi esibiscono tonalità nere o rosse, e prediligono gli ambienti caldi e secchi. Purtroppo si riproducono molto rapidamente (le femmine depositano fino a 20 uova al giorno, per 2–4 settimane), pertanto è essenziale individuare al più presto l’infestazione per ridurre al minimo i danni.
I primi segnali della presenza di ragni rossi sono piccole chiazze o puntini sulla superficie delle foglie e sottili ragnatele bianche sulla parte inferiore (che progressivamente si diffondono sull’intera pianta). Se non si interviene, queste piccole creature possono uccidere le foglie ed interrompere lo sviluppo della pianta, riducendone la produttività.
I ragni rossi sono particolarmente resistenti a gran parte dei pesticidi attualmente in commercio. Per trattare un’infestazione di ragni rossi, consigliamo di rimuovere le foglie colpite, lavare le piante con una miscela di acqua ed olio di neem ed introdurre coccinelle per uccidere questi parassiti e prevenire futuri attacchi.

Afidi
Gli afidi sono alcuni dei parassiti più distruttivi per le piante coltivate, inclusa la cannabis. Osservati al microscopio, questi insetti appaiono come piccoli grilli o cavallette di colore verde, nero, rosso o bianco, con dimensioni variabili da 1 a 10mm.
Le femmine depositano le uova all’inizio della primavera e il numero di esemplari aumenta rapidamente nel giro di poche settimane. Dopo essere penetrati nella grow room o nel giardino, questi insetti iniziano a cibarsi delle piante, lasciando al loro passaggio una sostanza simile a sapone (chiamata melata) che si deposita su foglie, steli e fiori. La melata attira formiche e muffe, che possono danneggiare la pianta ed allontanare insetti predatori come le coccinelle e, di conseguenza, favorire la proliferazione degli afidi.
Oltre a distruggere il fogliame, gli afidi possono diffondere malattie su altri esemplari. Come nel caso delle infestazioni di ragni rossi e moscerini dei funghi, consigliamo di rimuovere le foglie malate, detergere la pianta con un mix di acqua ed olio di neem, ed introdurre insetti benefici che possano contrastare gli afidi e prevenire la loro ricomparsa.

Minatori Fogliari
I minatori fogliari sono larve di diversi insetti, che—come suggerisce il nome—scavano tunnel all’interno delle foglie per cibarsene. Somigliano a piccoli vermi di colore giallo chiaro o verde, e sono grandi circa 1mm.
I giovani esemplari di minatori fogliari si rifugiano nel terreno durante l’inverno ed emergono in primavera. Diventati adulti, iniziano a dirigersi verso le foglie, dove depositano le uova. La prole appena nata si ciberà della foglia, fino a cadere nel terreno e ricominciare il ciclo vitale.
I minatori fogliari creano delle tipiche linee bianche o gialle sulle foglie. Come nelle infezioni di ragni rossi e afidi, è necessario rimuovere le foglie colpite, lavare le piante con acqua ed olio di neem ed utilizzare insetti predatori in grado di eliminare i minatori fogliari.

Bruchi
Al mondo esistono oltre 20.000 specie di bruchi, tutti con una caratteristica in comune: La capacità di distruggere una piantagione di cannabis.
Che si tratti di larve di falena o di farfalla, i bruchi si ciberanno delle vostre piante e potrebbero persino sostare (temporaneamente) su di esse, creando bozzoli tra il fogliame. Quasi tutti i bruchi mangiano e depositano le uova sulle foglie, ma la piralide del mais e la falena di canapa eurasiatica scavano tunnel all’interno degli steli.
L’unico modo per proteggere le piante dai bruchi è ispezionare regolarmente gli esemplari con un microscopio o una lente di ingrandimento, ed eliminare qualsiasi bruco o uovo (che può avere tonalità nere, bianche o rosse) presente. Controllate inoltre l’eventuale presenza di fori sugli steli e tracce di colore marrone, sintomi di una infestazione di bruchi scavatori.

Altri Problemi Comuni nelle Piante di Cannabis
Nella grow room, possono emergere molte altre problematiche, dalla rivegetazione all’impollinazione accidentale. Di seguito trovate tutte le informazioni utili per prevenire questi specifici problemi legati alla coltivazione della cannabis.
Ermafroditismo e Banane
La cannabis è una specie dioica, ovvero produce piante con organi riproduttivi maschili e femminili distinti. In caso di ermafroditismo, invece, entrambi gli organi sessuali emergono sullo stesso esemplare. Ciò può essere causato da fattori genetici, manipolazione dei semi o stress.
L’ermafroditismo è l’espressione di un istinto di sopravvivenza. La produzione di cannabis sinsemilla (senza semi) è tutt’altro che naturale—le femmine non vengono fecondate per lunghi periodi di tempo, al fine di stimolare la produzione di resina ed aumentare la potenza e il sapore dei frutti. Purtroppo, queste lunghe fasi di fioritura (oltre a fattori ambientali stressanti come livelli di temperatura ed umidità inadeguati, scarsa illuminazione, scorretta somministrazione delle sostanze nutritive e squilibri del pH) possono indurre la femmina a sviluppare organi sessuali maschili, definiti “banane”, come tentativo estremo di auto-impollinarsi.
Riconoscere le piante ermafrodite è semplice, purché si sappia cosa cercare. Dovrete comunque individuarle tempestivamente per evitare che fecondino le femmine, rovinando l’intero raccolto.

Inversione e Rivegetazione
Una pianta di cannabis in fase di fioritura può tornare allo stadio vegetativo se il suo ciclo di illuminazione viene interrotto. I principianti possono accidentalmente invertire il ciclo di sviluppo della pianta, ma i coltivatori esperti talvolta inducono la rivegetazione di proposito, per ottenere molteplici raccolti dallo stesso esemplare. Anche se può sembrare un’operazione vantaggiosa, la rivegetazione comporta alcuni rischi: infatti, le piante rigenerate offrono rese inferiori e possono manifestare segni di ermafroditismo.

Impollinazione
L’impollinazione è un peccato mortale per chi desidera coltivare cannabis sinsemilla (senza semi). Dopo essere state fecondate, le femmine interromperanno la produzione di resina, concentrando le energie nella creazione di semi. Un segnale che rivela l’impollinazione di una femmina è il rigonfiamento delle brattee. Aprite una brattea aiutandovi con un paio di forbici: se all’interno trovate dei semi, la vostra pianta è stata fecondata.
Purtroppo non è possibile invertire il processo di impollinazione. L’unica soluzione è eliminare gli esemplari maschi, valutare il livello di impollinazione delle altre femmine e decidere se conservarle o rimuovere anch’esse ed avviare una nuova piantagione.

Le Principali Malattie della Cannabis
24 Novembre 2025
Chiara
https://www.greenkarmacbd.com/le-principali-malattie-della-cannabis/
In Italia la coltivazione di cannabis in casa non è punita penalmente, se viene effettuata nel rispetto di determinate condizioni. Noi di GreenKarma avevamo redatto una breve guida sulla coltivazione della marijuana indoor. Nell’articolo qui sotto vogliamo trattare le principali malattie della cannabis.
È un argomento che i grandi produttori professionisti conoscono già. Principianti, coltivatori domestici o amatoriali potrebbero, però, non conoscerlo ancora. Ecco una lista delle più comuni malattie della cannabis, con i consigli utili per prevenirle. Dopo questa lettura, ci ringrazierete.
Fusarium spp.
Il Fusarium è un patogeno del suolo che può colpire la cannabis e la canapa e che fa marcire radici e corona. Si manifesta con zone marroni e necrotiche sulle radici e lesioni alla base della pianta e sul fusto. Il taglio degli steli infetti rivela tessuti midollari e xilematici marroni o neri, oltre al micelio rosa-biancastro e alle spore. Questo patogeno si diffonde attraverso suolo, acqua e strumenti contaminati. Può essere portato dai coltivatori, da afidi e moscerini fungini. Le spore del Fusarium proliferano tra i 15°C e i 30°C.
Pythium
Il Pythium, responsabile di diverse malattie della pianta di marijuana e canapa, è un genere di funghi patogeni del suolo. Provoca radici marroni, marce e privi di radici laterali, con un distacco esterno delle radici infette. Il marciume della corona si manifesta come lesioni scure alla base delle piante, che si estende agli steli. Le piante colpite diventano deboli, con foglie rachitiche che ingialliscono. Le piante infette possono emettere odori sgradevoli a causa dei batteri.
Il Pythium si diffonde attraverso i miceli, che possono viaggiare tramite acqua, substrati contaminati, insetti, attrezzature e detriti vegetali. Irrigazione eccessiva e danni alle radici contribuiscono all’infezione. Il Pythium può svilupparsi in un intervallo di temperature tra i 10°C e i 35°C.
Oidio (Golovinomyces spp.)
L’Oidio è una malattia della cannabis causata da vari funghi parassiti. Si manifesta con chiazze bianche polverose su foglie, fiori e occasionalmente steli durante tutte le fasi di crescita. L’Oidio può causare ingiallimento e caduta anticipata delle foglie, rendere le piante deboli e compromettere la qualità dei fiori.
La diffusione dello spore di Golovinomyces spp. avviene attraverso l’aria, ma anche tramite piante infette o materiali vegetali contaminati. Abiti, attrezzature e strumenti contaminati contribuiscono in misura minore. Rapide variazioni di temperatura, alta umidità e scarsa circolazione dell’aria favoriscono la diffusione dell’oidio. Alcuni ceppi di cannabis sono più resistenti a questa malattia.
Botrite e muffa nera
La Botrytis cinerea, o “muffa grigia“, causa marciume delle gemme. Si diffonde da un ospite all’altro attraverso spore trasportate dal vento. Si diffonde anche tramite detriti vegetali, strumenti, attrezzature e indumenti contaminati.
I sintomi iniziali sono germogli molli e scoloriti che possono diventare croccanti e marroni man mano che l’infezione progredisce. Sulle gemme colpite, si può notare la crescita micellare grigia o biancastra, soprattutto in condizioni di elevata umidità. I cancri sullo stelo si presentano come aree leggermente infossate di colore marrone chiaro o biancastro, spesso accompagnate da sporulazione grigia.
La muffa nera si sviluppa in ambienti umidi e freddi. Danneggia la crescita e la vitalità della pianta e compromette la sua capacità di assorbire nutrienti e di sostenere una corretta fotosintesi. Entrambe queste muffe si sviluppano in ambienti umidi e freddi con scarsa circolazione dell’aria.
Acari, afidi e altri parassiti
Gli acari sono piccoli insetti che rappresentano una minaccia significativa per la cannabis. Si nutrono della linfa delle piante, indebolendone la struttura e causando danni considerevoli. Gli afidi si stabiliscono su foglie e fiori, succhiano la linfa e trasmettono malattie, causando gravi danni.
I trips sono insetti che si nutrono della linfa. Causano deformazioni sulle foglie e influenzano negativamente la crescita della pianta. Alcuni insetti che attaccano le radici, come i nematodi, possono compromettere il sistema radicale della pianta di cannabis. Provocano ingiallimento delle foglie e riducono la capacità di assorbimento dei nutrienti.
Decadimento post-raccolta
Alcuni funghi possono causare marciume post-raccolta e decadimento dei germogli. Questa condizione può essere provocata da ferite durante la raccolta, scarsa ventilazione nelle aree di concia e cattive condizioni di essiccazione. I germogli colpiti diventano molli e scoloriti. Mostrano masse di micelio bianco o grigio dai 2 ai 5 giorni dopo il raccolto.
Sui germogli essiccati possono comparire aree scure con spore fungine. I funghi che provocano decadimento post-raccolta si diffondono attraverso l’aria, attrezzature, strumenti e mani dei lavoratori contaminati. Sono più comuni in ambienti umidi o dove la gestione dell’ambiente post-raccolta è inadeguata.
Malattie della cannabis batteriche e virali
La Batteriosi è una delle principali malattie della canapa. Si manifesta con macchie scure, necrosi sulle foglie, lesioni o piaghe sugli steli e marciume delle radici. Un’altra malattia della cannabis, l’HLVd, presenta sintomi come crescita anormale, steli fragili, foglie malformate e fiori piccoli e malformati. Questa condizione influisce negativamente sui metaboliti come i cannabinoidi e la resa.
Il virus del Mosaico provoca macchie irregolari, linee sulle foglie e ingiallimento. Provoca anche distorsione, e restringimento delle foglie, deformità e ritardi nella crescita. La pianta infettata non può essere curata.
Questi virus si diffondono tramite piante, talee e semi infetti. Si diffondono attraverso strumenti e attrezzature non sterilizzate e acqua d’irrigazione contaminata. Fanno da tramite anche mani e indumenti contaminati, specialmente durante la potatura e la manipolazione delle piante.
Problemi nutrizionali
Sia l’eccesso che la carenza di nutrienti (azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio e ferro) sono dannosi per la cannabis. Le carenze provocano ingiallimento delle foglie, macchie marroni o necrosi, deformità delle foglie e rallentamento della crescita. L’eccesso causa uno squilibrio nell’assorbimento dei nutrienti da parte della pianta, compromettendone la salute generale. Il sovradosaggio può portare a una condizione nota come “bruciatura delle punte” delle foglie, che diventano secche e marroni.
Consigli per prevenire le malattie della cannabis
Per prevenire le malattie della canapa è necessario rispettare dei rigorosi standard di igiene e controllo. Bisogna assicurarsi che ci siano adeguati livelli di umidità, la giusta temperatura e una buona circolazione dell’aria. Usare sistemi di filtraggio dell’aria (filtri HEPA e UV) può ridurre i contaminanti nell’aria. Trattare l’acqua di irrigazione con raggi UV o cloro riduce la diffusione di patogeni.
La pulizia regolare degli strumenti, delle attrezzature e dei locali coltivazione previene la diffusione di malattie come l’Oidio e il marciume delle gemme. Utilizzare indumenti protettivi come retine per capelli e barba o guanti riduce la diffusione di patogeni. È altrettanto importante monitorare costantemente le piante per individuare malattie precoci e rimuovere le piante malate.
Anche la somministrazione dei giusti nutrienti aiuta a garantire una crescita sana delle piante di cannabis. Bisogna monitorare la quantità e il tipo di fertilizzante utilizzato per evitare carenze o eccessi. Durante il raccolto, poi, bisogna evitare di danneggiare le cime.
Conclusioni
Se sei un coltivatore esperto, in questo articolo non hai letto nulla di nuovo. Magari nelle tue coltivazioni rispetti già standard altissimi, come fanno i coltivatori da cui provengono i prodotti GreenKarma. Se sei un coltivatore domestico o inesperto, invece, ricorda quanto abbiamo detto per proteggere le tue piante dalle malattie della cannabis. Ricorda anche che per evitare problemi legali riguardanti la coltivazione di cannabis in casa, devi avere un numero esiguo di piante. Non devi avere strumenti che lascino presagire la produzione massiva, il taglio o la distribuzione. Ti auguriamo un raccolto sano e soddisfacente.

