30 Settembre 2025
Daniel Sanchez Caballero
• Bruxelles e il Consiglio di Stato hanno già pubblicato le loro relazioni obbligatorie sul programma governativo sulla cannabis terapeutica, che dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei Ministri nelle prossime settimane.
• Il Ministero della Salute esclude le cime di marijuana dalla sua proposta di regolamentazione della cannabis terapeutica.
Tra poche settimane, il Governo dovrebbe approvare il Decreto Reale (RD) che regolamenta l’istituzione di un programma di cannabis terapeutica in Spagna.
Sarà il passo finale, per ora, di un processo che dura da anni, da quando la Camera dei Deputati ha iniziato ad affrontarlo e da decenni, da quando i primi Paesi europei hanno legalizzato l’uso terapeutico della marijuana e i pazienti confidavano che la Spagna avrebbe seguito l’esempio senza indugio.
Bruxelles prima e il Consiglio di Stato poi hanno emesso le loro relazioni obbligatorie sul testo, e la proposta del Ministero della Salute dovrà affrontare la prossima sfida: la sua effettiva attuazione in un sistema in cui i medici che devono raccomandarlo non sono stati formati sui suoi possibili utilizzi, a prescindere dall’interesse che ciascun individuo può aver dimostrato.
Quando il Consiglio dei Ministri approverà il Decreto Reale che stabilisce le condizioni per la preparazione e la distribuzione di formule master standardizzate di preparati standardizzati di cannabis, il nome tecnico della legge, la Spagna si unirà, con diversi anni di ritardo, al crescente gruppo di Paesi, sia in Europa che nel mondo, dal Marocco alla Thailandia, che hanno approvato un programma di cannabis terapeutica negli ultimi anni.
Tuttavia, rimarrà indietro rispetto ai paesi più avanzati nel settore, che hanno già regolamentato l’uso ricreativo, come l’Uruguay, diversi stati degli Stati Uniti e la Germania, tra gli ultimi paesi europei ad aver legalizzato l’uso ricreativo per i maggiori di 18 anni.
Nessun utilizzo della pianta
Ma, lamentano i pazienti, si tratterà di un programma ridotto. Il Decreto Reale redatto dal Ministero della Salute esclude l’uso di fiori di cannabis (cime di marijuana), per estensione dell’autocoltivazione, e ne limita l’uso a preparati a base di oli di cannabis e a due farmaci disponibili da anni. Infatti, il Decreto Reale del Ministero non utilizza il termine “programma” o termini simili nel testo.
Il testo specifica le patologie che possono trarre beneficio da questi preparati a base di oli, l’unica forma di consumo terapeutico di cannabis contemplata al momento. Le patologie incluse nel testo sono “quelle per le quali esiste una prova scientifica del beneficio terapeutico della cannabis e dei suoi estratti”, secondo il Ministero della Salute.
In particolare, il suo uso sarà consentito per la spasticità dovuta alla sclerosi multipla: rigidità muscolare e spasmi associati alla sclerosi multipla; per forme gravi di epilessia refrattaria (alcuni tipi di epilessia che non rispondono ai trattamenti convenzionali); per nausea e vomito dovuti alla chemioterapia; e contro il dolore cronico refrattario (dolore persistente che non viene alleviato dai trattamenti standard).
Alcuni ricercatori sulla cannabis ritengono che gli usi approvati dal governo siano insufficienti. La pianta è, secondo alcuni ricercatori, l’antinfiammatorio più potente esistente. Ha effetti antidepressivi, analgesici, ansiolitici e antiemetici e aiuta a proteggere il sistema nervoso. In Spagna, è utilizzata da pazienti affetti da cancro, sclerosi multipla, Alzheimer, Parkinson e fibromialgia, tra gli altri.
Inoltre, può essere utilizzata solo “quando non sono disponibili farmaci autorizzati o questi non soddisfano le esigenze del paziente”. Pertanto, sarà l’ultima risorsa e i medici dovranno giustificarne esplicitamente l’uso. “La giustificazione del trattamento con formule standardizzate di preparati di cannabis standardizzati deve essere documentata nella cartella clinica, in relazione ad altri trattamenti ricevuti dal paziente. Il paziente deve inoltre essere informato sulle evidenze cliniche disponibili, sui benefici attesi e sui possibili rischi”, secondo il Regio Decreto.
Il sistema ideato dal Ministero della Salute presenta almeno altri due problemi, secondo le associazioni di pazienti e i potenziali utenti: solo i medici specialisti potranno prescriverla, non i medici di base, e solo le farmacie ospedaliere potranno dispensarla, non le farmacie di quartiere (comunitarie). Queste due misure scoraggiano i potenziali consumatori di cannabis terapeutica, secondo organizzazioni della società civile come l’Osservatorio Spagnolo della Cannabis Medicinale (OECM), che le considerano un ostacolo all’accesso.
Anni di lotta
L’approvazione del Decreto Reale da parte del Consiglio dei Ministri sarà il penultimo passo – e dovrà essere convalidato anche dal Congresso – di un percorso iniziato anni fa.
Sebbene se ne discutesse da tempo, nel 2021 è stata creata una sottocommissione al Congresso per studiare la questione e, nel 2022, con il sostegno di tutti i partiti, tranne PP e Vox, che hanno votato contro, ed ERC e Bildu, che si sono astenuti, ha incaricato il Governo di elaborare una proposta di regolamentazione. “È inevitabile”, affermò all’epoca il portavoce del PSOE sulla questione, Daniel Viondi.
Il Ministero della Salute, allora guidato dai socialisti (prima con Salvador Illa, poi con Carolina Darias), presentò effettivamente la sua proposta di regolamentazione, ma allo stesso tempo ne omise il testo.
Il Governo cadde in quella trappola, e con esso la proposta. Ma Pedro Sánchez ha vinto di nuovo la presidenza, questa volta affidando il Ministero della Salute a Mónica García e il Ministero dei Consumatori (che sarebbe coinvolto in una possibile, e per ora impossibile, regolamentazione completa) a Pablo Bustunduy, entrambi del Más Madrid.
I consumatori di cannabis hanno festeggiato: il partito, attraverso la piattaforma Sumar, ha incluso la legalizzazione completa nel suo programma elettorale.
Ma il dipartimento di García ha ripreso il programma medico conservatore ereditato dal PSOE, con grande disappunto dei gruppi, e la regolamentazione completa non viene nemmeno menzionata.
Ciononostante, credono che approvare qualcosa sia un primo passo. Mettere piede nella porta affinché non si chiuda e, forse, un giorno, buttarla giù.