Studio: la varietà locale di cannabis marocchina “Beldiya” mostra una stabilità chimica superiore

27 Agosto 2025

Adil Faouzi

https://www.moroccoworldnews.com/2025/08/237161/study-moroccos-local-beldiya-cannabis-variety-shows-superior-stability/

Questa stabilità è attribuita all’omogeneità dei semi prodotti e selezionati dagli agricoltori locali, nonché alla fase di fioritura più precoce della “Beldiya” rispetto ad altre varietà, che impedisce l’ibridazione con cultivar esotiche.

Marrakech – Un recente studio innovativo condotto da ricercatori di diverse università marocchine ha rivelato che la cultivar locale di cannabis “Beldiya” dimostra una notevole stabilità chimica rispetto alle varietà esotiche coltivate nel Marocco settentrionale.

Pubblicata su Food Chemistry Advances, la ricerca ha analizzato cinque cultivar di Cannabis sativa L. in tre stagioni di crescita consecutive (2014-2016) nella regione di Bab Taza, vicino alla provincia di Chefchaouen.
Gli scienziati hanno utilizzato la cromatografia liquida-spettrometria di massa abbinata a uno spettrometro di massa a quadrupolo a tre stadi (LC-MS/TSQ Endura) per valutare la variabilità chimica nei composti fitocannabinoidi.

Il ricercatore capo Ismail El Bakali e colleghi di diverse istituzioni marocchine hanno identificato 13 composti cannabinoidi nei campioni analizzati. Cinque cannabinoidi principali sono stati rilevati in concentrazioni significative superiori al 5%: THCA-A, CBDA, CBD, Δ⁹-THC e CBN.

“Il profilo chimico delle cultivar di Cannabis sativa coltivate nel Marocco settentrionale è caratterizzato da questi cinque composti principali, con il CBN che risulta il più diffuso tra tutte le cultivar studiate, con una concentrazione media del 52,24%”, hanno osservato i ricercatori.

Δ⁹-THC e CBD sono risultati il ​​secondo e il terzo composto più abbondanti, con concentrazioni medie rispettivamente dell’11,55% e del 9,83%.

Lo studio ha rivelato un significativo polimorfismo chimico tra le cultivar. L’analisi statistica, basata sull’analisi delle componenti principali (PCA) e sull’analisi dei cluster gerarchici (HCA), ha raggruppato i campioni in tre distinti cluster chimici in base alle loro concentrazioni di cannabinoidi.
In particolare, la cultivar autoctona “Beldiya” ha mostrato una composizione chimica costante in tutti e tre gli anni di raccolta, mentre le cultivar esotiche, tra cui “Avocat”, “Mexicana”, “Critical Plus” e “Khardala”, hanno mostrato una notevole variabilità, mostrando eterogeneità da un anno all’altro.

Questa stabilità è attribuita all’omogeneità dei semi prodotti e selezionati dagli agricoltori locali, nonché alla fase di fioritura più precoce della “Beldiya” rispetto ad altre varietà, che impedisce l’ibridazione con cultivar esotiche.

La ricerca ha rivelato che le percentuali di cannabinoidi variavano notevolmente tra le stagioni di crescita. Livelli più elevati di Δ⁹-tetraidrocannabinolo (Δ⁹-THC) sono stati registrati nel 2014, mentre il 2015 ha mostrato livelli elevati di cannabidiolo (CBD). I valori più bassi di THCA-A, CBDA, CBN, CBD e Δ⁹-THC sono stati osservati nel 2016.

Fattori ambientali e genetici hanno svolto un ruolo cruciale nelle variazioni chimiche osservate. I ricercatori hanno osservato che le modifiche genetiche nelle cultivar di canapa esotiche durante la stagione di crescita del 2016 hanno avuto effetti negativi, portando a una riduzione della produzione di cannabinoidi.

Nel frattempo, i livelli di CBN sono aumentati nell’ultima stagione agricola in tutte le cultivar, ad eccezione di “Avocat”, probabilmente a causa dell’ossidazione del THCA-A durante l’essiccazione e la conservazione.

I risultati dello studio hanno importanti implicazioni per le applicazioni medicinali. Diversi cannabinoidi hanno dimostrato proprietà terapeutiche: il CBD possiede proprietà antipsicotiche, antinfiammatorie, neuroprotettive e anticonvulsivanti, mentre il Δ⁹-THC ha mostrato proprietà antiemetiche, neuroprotettive e antinfiammatorie.

La ricerca fornisce preziose informazioni sulla chimica della cannabis nelle condizioni del Marocco settentrionale, in particolare a seguito della legalizzazione della cannabis a scopo terapeutico in Marocco nel 2021, attraverso la legge n. 13-21, che ne consente l’applicazione nei settori industriale, medico e cosmetico.

“Questa ricerca fornisce una serie di marcatori genetici per il polimorfismo chimico che possono essere utilizzati in futuri studi sulla Cannabis sativa nel Marocco settentrionale”, hanno concluso gli autori.

“Questi risultati ampliano la nostra comprensione della chimica della cannabis e ci avvicinano allo sfruttamento del suo potenziale per applicazioni terapeutiche, industriali, mediche e cosmetiche”.

Il team di ricerca comprendeva scienziati dell’Università Abdelmalek Essaadi, dell’Università Chouaib Doukkali, dell’Istituto Agronomico e Veterinario Hassan II, dell’Università Ibn Tofail e dell’Università Sultan Moulay Slimane.