27 Maggio 2025
Matthias mze Meyer
La Spagna è da tempo considerata un pioniere della moderna politica sulla cannabis.
I circoli che organizzano la coltivazione e la raccolta delle piante per i propri membri esistono da oltre un decennio. Anche il consumo era ampiamente tollerato all’epoca.
Le fiere spagnole della canapa hanno sempre goduto di grande popolarità nel panorama della cannabis, in quanto offrivano un’opportunità piuttosto libera per discutere delle ultime innovazioni nel consumo di questa erba.
Una novità nel mondo della marijuana fu infine l’emergere di prodotti commestibili a base di cannabinoidi, simili a caramelle comuni.
I produttori spesso ricorrevano a cannabinoidi sintetici o semisintetici, i cui effetti non sono sempre facili da valutare.
Ora, il Ministero della Salute spagnolo ha modificato una legge in vigore dal 1977, vietando la vendita di prodotti commestibili contenenti cannabinoidi semisintetici.
Fino ad ora, secondo il Comune di Barcellona, questi prodotti venivano probabilmente venduti in circa 100 esercizi in Spagna, tra cui negozi di cannabis e grow shop, ma anche in negozi più specializzati nella vendita di prodotti commestibili.
Ora c’è stata una riconsiderazione, probabilmente perché il Dipartimento di Tossicologia Clinica di un ospedale di Barcellona ha segnalato che il numero di casi di avvelenamento correlati a caramelle alla cannabis è raddoppiato negli ultimi due anni.
Solo nel 2024, sono stati registrati 24 casi in cui persone – oltre la metà delle quali turisti di mezza età – hanno richiesto cure mediche per aver consumato questi “souvenir” acquistati nei negozi di cannabis.
Di solito, i dolci in questione non contengono il classico THC, bensì derivati semisintetici, che possono produrre effetti simili o addirittura più intensi del cannabinoide psicoattivo naturale.