12 Maggio 2025
I commercianti austriaci di prodotti a base di cannabidiolo (CBD) stanno affrontando una crisi senza precedenti da quando, alla fine del 2024, il Tribunale Amministrativo ha riclassificato i fiori di CBD in Austria come prodotti del tabacco. Con la nuova misura, questi prodotti hanno iniziato a essere tassati al 34% e la loro vendita è stata limitata esclusivamente alle tabaccherie.
Sebbene gli oli e le creme al CBD non siano stati interessati, la decisione ha avuto un impatto significativo sui ricavi dei negozi la cui attività principale era la vendita di fiori.
“La decisione è stata improvvisa”, ha detto al quotidiano Annenpost Reno, proprietario del negozio Green Monkey di Annenviertel (Graz). “Le vendite sono crollate. Ci sono giorni in cui guadagno solo 20 o 30 R$.”
Impatto economico: negozi a rischio fallimento
Secondo l’Österreichische Hanfverband (ÖCB), il sindacato di categoria appena costituito, sono stati colpiti più di 500 punti vendita, alcuni dei quali hanno registrato un calo dei ricavi fino all’80%. Molti negozianti stanno pensando di chiudere i battenti o di trasferire la propria attività all’estero.
Tuttavia, nonostante la riclassificazione, i tabaccai non hanno ancora iniziato a vendere fiori di CBD. La mancanza di normative specifiche e gli ostacoli amministrativi rendono impraticabile la distribuzione del prodotto. Ciò ha causato un “blackout” sul mercato, nonostante l’elevata domanda dei consumatori.
Contestazione legale: il provvedimento potrebbe violare le leggi dell’Unione Europea
La ÖCB ha incaricato il giurista costituzionalista Heinz Mayer di valutare la legalità della nuova misura. In un parere tecnico, Mayer ha sostenuto che la riclassificazione viola i principi fondamentali del diritto europeo, come la libera circolazione delle merci e la libertà economica.
“Le restrizioni possono essere imposte solo se necessarie e proporzionate, il che chiaramente non è il caso dei fiori di CBD”, ha affermato Mayer.
Incertezza giuridica e tensione tra commercianti e governo austriaco
Nonostante gli avvertimenti del Ministero delle Finanze, alcuni negozi hanno ripreso a vendere fiori di CBD, sostenendo che il prodotto non rientra chiaramente nel monopolio del tabacco. Il governo, d’altro canto, minaccia di applicare sanzioni severe a chiunque venda fiori senza le dovute tasse.
Le autorità hanno suggerito ai commercianti di accantonare fino al 54% del loro fatturato per coprire le tasse retroattive, un onere considerato insostenibile, soprattutto per i piccoli imprenditori. Inoltre, le incursioni doganali e le tasse retroattive accrescono il clima di incertezza.
Esclusività dei tabaccai e rischio di monopolio
L’imposizione dell’esclusività ai tabaccai per la vendita di fiori di CBD in Austria riaccende il dibattito sulle pratiche monopolistiche. Il diritto dell’Unione europea vieta l’abuso di posizione dominante sul mercato e la ÖCB ritiene che il modello attuale vada in questa direzione.
Nemmeno i tabaccai sono ancora pronti a vendere il prodotto. “Manca una base giuridica chiara”, ha affermato Wolfgang Streissnig dell’Associazione federale dei commercianti di tabacco, evidenziando gli ostacoli legati alle licenze. Tuttavia, la formazione alle vendite è già in corso.
Il futuro della cannabis in Austria: cosa dicono i rivenditori
L’ÖCB si impegna per una legislazione moderna per il settore della cannabis, che riduca l’incertezza giuridica e promuova una concorrenza leale. Per il sindacato la coesistenza tra esercizi specializzati e tabaccai è non solo praticabile, ma vantaggiosa per i consumatori, per gli imprenditori e per lo sviluppo del mercato stesso.